header logo

di Michele

Volevo scrivere e inviare queste considerazioni prima della partita col Bologna. Confesso che non avevo molta voglia di andare allo stadio: ci piacerebbe sempre veder vincere il nostro Lecce ma il sentore stavolta non era proprio quello. Poi sono andato… per fortuna.

Ma non è questo il succo del discorso: ho detto che avrei voluto inviare prima il “pezzo” per collocarlo nel clima umorale in cui è nato: quello di una certa sfiducia (anche mia) nelle possibilità di questa squadra di combinare qualcosa di buono.

Nonostante gli oscuri presentimenti, ho assistito con disappunto a un clima da “gioco al massacro” nei confronti dei giocatori, del mister e della compagine societaria. Si è levato quasi un grido collettivo (di alcuni, forse molti ma non di tutti): “Dovete chiedere scusa!”

SCUSA DI COSA?

Di aver conseguito tre salvezze consecutive per disputare il quarto campionato di fila in serie A? Dopo quasi sessant’anni che seguo il Lecce non ricordo precedenti (non se li ricorda nessuno). Ci siamo lasciati dietro la Sampdoria (vabbe’ disastrata), lo spezia di ‘Nzola, il Sassuolo di Pinamonti, Laurientè, Thorsvedt, il Monza dei tanti nomi.

Di aver iniziato a lavorare seriamente sulla creazione di “asset” societari come il centro sportivo di proprietà? Ricordo che il Napoli ha cominciato a lavorarci adesso, Bari chissà quando lo vedrà. Al Sud ce l’hanno solo Cagliari e Palermo (a proposito andate a vedere la pagina di quello del Palermo e confrontate: il nostro è anche ben più grande). Penso che a molti non sia chiaro: è una questione di sopravvivenza. Senza asset proprietari non si va da nessuna parte, non c’è futuro. Basta vedere chi scalpita per venire in Serie A. Comprendo che il tifoso “di pancia” voglia vedere una squadra con garanzie di competitività e non solo scommesse e che il discorso del centro sportivo gli risulti indigesto: così affronterai magari un buon presente ma non ti prepari il futuro. Non mi compro un Mercedes se ho la casa in affitto. Il Verona vendette Kumbulla, Amrabat e Rahmani per poi comprare Simeone, Barak, Caprari: da quattro anni l’ottimo Direttore Sogliano deve fare i salti mortali con scommesse sempre azzeccate. E non serve essere “commercialisti” per capirlo. Non è “romantico”?. Anche i “romantici” devono imparare a sopravvivere.

In ultimo: si deve chiedere scusa di “qualcosa” o di “qualcuno”? Ma ci si rende conto che chiedere scusa per le proprie scelte di giocatori, di ragazzi, di uomini significa gettare su di loro discredito e sfiduciarli? Di dir loro “siete un errore”? Ma con quale stato d’animo un giocatore scenderebbe in campo dopo essere stato pubblicamente svergognato, magari dopo essersi trasferito a migliaia di kilometri da casa? Quale imbecille farebbe una cosa del genere? Qui chiedere scusa non sarebbe un atto di umiltà ma una solenne idiozia. Qui non si tratta di arroganza od orgoglio ma di difendere il proprio lavoro, dimostrarsi perseveranti nelle difficoltà, di tutelare il patrimonio tecnico ed umano del club. Gli avvelenatori di pozzi pretendono dagli altri le scuse, un gesto di umiltà. Ma è umiltà la loro che forse cercano solo di sfogare la loro rabbia e la magra soddisfazione di poter dire “avevo ragione io”?

Ci salveremo? Non lo so! Ma anche nell’umiliazione, nella rabbia di una sconfitta… sempre e solo FORZA LECCE!

Mencucci a PGR: "Non possiamo lamentarci di questa società. Nei momenti di bisogno..."
Lecce, un punto che vale fiducia: la svolta parte da qui

💬 Commenti