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2 minuti. Sono bastati solo due minuti per ambientarsi, trovare lo spazio giusto e colpire. Nikola Krstovic è un attaccante, una punta centrale, un giocatore fisicamente strutturato per giocare in quel ruolo e si vede. Il suo movimento, nell’occasione della rete del 2 a 2, è quello che deve compiere un centravanti. Attacco del pallone e colpo di testa forte, nemmeno tanto angolato, tanto angolarla in quel caso non serve a molto.

Lo abbiamo aspettato, abbiamo lottato anche con la burocrazia ma alla fine ne è valsa la pena perché il gol del 2 a 2 porta un punto in classifica alla squadra, entusiasmo all’ambiente e anche al ragazzo, che realizza un sogno incredibile: segnare in Serie A. Fino a qualche settimana fa, il campionato italiano era reale solo in tv mentre adesso pare uscito dallo schermo, trasformatosi in realtà. 

Abbiamo sempre detto e scritto che, se un attaccante segna ed ha il fiuto del gol, realizza reti in qualsiasi campionato ed in qualsiasi categoria. Non è facile, però, risultare subito decisivi, al primo pallone toccato, in una squadra nuova, con compagni nuovi e schemi di gioco completamente differenti da quelli ai quali si è abituati.

Certo, l’assist di Banda era perfetto. Un pallone in testa da scaraventare “solo” in porta. Non tutti, in ogni caso, avrebbero avuto la freddezza di colpire e di questo va dato atto a Krstovic, che si è presentato in maniera splendida ai suoi nuovi tifosi.

Inutile adesso fare paragoni. La sua terra d’origine rievoca dolci ricordi, soprattutto se parliamo di punte che hanno indossato questa maglia. Del resto, anche ripensare ad attaccanti che hanno segnato dopo pochi minuti all’esordio in A farebbe scomodare campioni che con questi colori hanno scritto pagine indelebili. Krstovic deve lavorare per continuare a lasciare il segno ed alimentare il suo sogno. Che poi, a dire il vero, è anche un po' il nostro: un attaccante che fa gol ed una squadra che se la gioca contro chiunque. 

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