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Durante la puntata di PL talk, andata in onda sul canale Twitch di Pianetalecce, è intervenuto l'ex attaccante dei giallorossi Guido Marilungo, per parlare del mercato dei salentini e dei suoi anni con la maglia del Lecce. Queste le sue parole:

 

Marilungo salentino doc

Vivo a Lecce ormai da 12-13 anni, e anche mia figlia è nata qui. Il Salento è diventato a tutti gli effetti la mia casa.

 

Su Camarda

Secondo me potrebbe essere davvero un gran colpo. In Italia abbiamo sempre questo vizio di emettere sentenze troppo in fretta, ma parliamo di un ragazzo giovane, che probabilmente è il migliore della sua generazione. Spero davvero che possa fare una grande stagione, ma per quanto mi riguarda Corvino ha già fatto un colpo importante. Intorno a lui vedo tanto entusiasmo, soprattutto sui social, e come spesso accade la verità sta nel mezzo.

Oggi il calcio, come la vita, è cambiato molto a causa dei social: qualsiasi cosa fai sei subito sotto i riflettori. Un ragazzo come lui è giusto che venga seguito, ma nel modo corretto, senza eccessi. Fino a quando giocavo non avevo neanche i social: ho aperto il mio account Instagram solo l’anno scorso, e durante la mia carriera non subivo questo tipo di pressione.

Detto questo, una cosa non cambia: prima ancora dei tifosi, dell’allenatore o dei compagni, un calciatore sa perfettamente dentro di sé se ha giocato bene o no.

 

A quanto può essere venduto Krstovic?

La cifra giusta, onestamente, non la so. Oggi si sparano cifre davvero assurde, ma se il Lecce deve vendere è giusto che si adegui ai valori attuali del mercato, anche per quanto riguarda Krstovic. Ormai girano valutazioni importanti per qualsiasi giocatore, e visto ciò che ha fatto in queste due stagioni positive in Salento, è corretto che parta solo davanti a un’offerta all’altezza.

Non so se sia il profilo giusto per sostituire Retegui: certe risposte arrivano solo quando ti misuri con determinati contesti. Solo giocando in certe realtà puoi capire se hai davvero il livello per diventare un attaccante da big. Detto questo, tra le squadre medio-piccole, Krstovic è sicuramente uno dei migliori anche a livello di numeri, e credo sia giusto che adesso provi a misurarsi con un club più ambizioso e blasonato.

verona-lecce krstovic

Meritavi di più della carriera che hai fatto?

Io la vedo un po' diversamente: sono contento di quello che ho fatto, perché ho realizzato il sogno di giocare in Serie A. Mi sono divertito, ho vissuto belle emozioni, anche se ho avuto qualche infortunio di troppo. Però nel calcio, secondo me, a ognuno viene riconosciuto quello che ha fatto: i 'se' e i 'ma' non servono a nulla.

Se devo pensare a un calciatore in Serie A con caratteristiche simili alle mie — ovviamente più forte, perché ha anche vinto uno scudetto — direi Raspadori.

 

Cosa significava l'esultanza con Munari?

Non so se lo ha già raccontato Gianni (Munari, ndr), ma altrimenti meglio non dirlo, perché sono cose che rimangono tra di noi. Degli ex compagni di squadra, con cui sono rimasto più in contatto ci sono proprio Munari, Giacomazzi e Vives — anche se con lui un po’ meno. Con Vives, tra l’altro, abbiamo giocato insieme anche a Terni, quando eravamo entrambi a fine carriera.

 

Sulla crescita esponenziale dell'Atalanta

Quelli dell’Atalanta sono risultati difficilmente replicabili. Secondo me è stata una crescita graduale, frutto di una programmazione fatta davvero bene: nonostante abbiano un budget importante, ogni anno riescono comunque a realizzare plusvalenze significative. Per questo motivo quello che hanno fatto è difficile da ripetere, ma non impossibile. Servono però persone competenti, serie, e un budget adeguato.

 

Le differenze tra il calcio di allora e di adesso

Secondo me, nel calcio di qualche anno fa c’era molta più qualità, ma non mi piace fare paragoni tra epoche diverse. Ricordo che giocavo con Brienza, che per me era un calciatore fortissimo: eppure, quando giocavo io, ha sempre militato in squadre che lottavano per non retrocedere o addirittura in Serie B, fatta eccezione per una parentesi al Palermo. Oggi, uno come lui farebbe la differenza. All’epoca, invece, ha giocato quasi sempre per le cosiddette piccole.

È difficile fare paragoni perché magari quei giocatori di grande qualità, con i ritmi e l’intensità del calcio attuale, avrebbero fatto più fatica. Sono due mondi diversi.

 

Le sensazioni dopo quel famoso Lecce-Cesena

È stato un momento davvero brutto: era tutto pronto per la festa, compreso anche il pullman. Quella sconfitta l’ho digerita solo dopo un paio di giorni, ma poi ho pensato che non potevamo non vincere quel campionato. Fortunatamente, alla fine, ci siamo riusciti.

 

Una nuova vita da calciatore amatoriale

Mi sto divertendo: ho trovato una squadra, il Team Maggiore, e mi sto trovando benissimo. Alcuni ragazzi già li conoscevo, altri li ho conosciuti dopo, ma fin da subito c’è stato un grande feeling. Quando avevo smesso, non avevo più voglia di giocare, ma grazie a loro sono tornato in campo. Per quanto riguarda il ruolo, gioco dove mi mette il mister.

Il compagno più forte mai avuto?

Antonio Cassano

 

Il nuovo lavoro da procuratore

Ho iniziato a lavorare per l’agenzia dove lavora quello che è stato il mio unico procuratore, dai 14 anni fino a quando ho smesso di giocare. Già negli ultimi anni della mia carriera mi aveva proposto di iniziare a collaborare con lui, e siccome questo mondo mi è sempre piaciuto — oltre al fatto che mi permette di restare nel calcio — sono molto soddisfatto di questo mio nuovo percorso.

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