Lepore: "Graziano per me come un fratello. Ecco cosa penso del Lecce"

Le parole dell'ex capitano giallorosso, salentino doc e grande tifoso del Lecce
Checco Lepore, salentino doc ed ex capitano del Lecce, non ha voglia di fermarsi ed ora galoppa sulla fascia con la maglia dell’Altamura, nel Girone C di Serie C. Nel frattempo, ha rilasciato un’intervista a Gianluca Di Marzio, nella quale si è raccontato a cuore aperto, svelando anche qualche retroscena:
A diciott’anni lasciai Lecce e andai al Nord. Mi avevano detto che lì c’erano più possibilità per i giovani, così partii. Mi davano 500 euro al mese, con vitto e alloggio in un garage. La mattina lavoravo in una fabbrica di plastica e la sera mi allenavo. Non mi pesava, anzi, mi ha fatto capire il valore del sacrificio e del lavoro.
All'inizio
Segnai subito all’esordio in Serie B, era il sogno di un bambino. Poi a marzo mi ruppi la caviglia: saltai le ultime dieci partite. Quando Giacomazzi alzò la coppa, me la passò e mi disse ‘Portala tu sotto la curva, te lo meriti’. Non lo dimenticherò mai.

Futuro
Finché sto bene giocherò. Nel frattempo ho preso il corso da team manager e club manager, così da prepararmi per il futuro. So che a Lecce non hanno un club manager, e se ci fosse un’occasione la prenderei al volo. Poi mi piacerebbe diventare direttore sportivo, e appena potrò farò il corso.
Il Lecce attuale
Ogni anno a Lecce si parte con critiche e dubbi, e poi quando arrivano i risultati siamo tutti a festeggiare. Io dico che bisogna stare uniti, sostenere la squadra e la società fino alla fine. Negli ultimi anni il Lecce ha sempre alzato l’asticella salvandosi, e con Sticchi Damiani, Corvino e Trinchera siamo in ottime mani. Una società così è una fortuna nel calcio di oggi. Gli errori li fanno tutti, ma se sono fatti per il bene della squadra si accettano. Di Francesco è un allenatore bravo, e la squadra gioca bene. Sarà difficile come sempre, ma il Lecce non si farà trovare impreparato.
Il ricordo di Graziano
Graziano per me era come un fratello. Siamo cresciuti insieme nel settore giovanile e poi ci siamo ritrovati in prima squadra. Era la storia del Lecce, insieme al dottor Palaia. Era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Preciso, ordinato, amava il Lecce in modo viscerale. Rispetto e condivido la scelta di intitolargli il primo campo del nuovo centro sportivo. È un gesto bellissimo, e tutti noi dobbiamo continuare a stare vicino alla sua famiglia.