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Giocando a Torino, contro la Juventus, affrontata da imbattuti dopo cinque gare, ci saremmo aspettati di vedere gli uomini scendere in campo con la mente libera, consapevoli di non avere nulla da perdere. Una squadra sfrontata che avrebbe dovuto mettere in mostra le sue qualità, anche rischiando di perdere la partita ma provando a spaventare gli avversari.

Invece abbiamo visto un undici impaurito, incerto, quasi rassegnato che non ha tirato mai in porta ed una sola volta fuori dai pali. Una squadra che non ha mai raggiunto il fondo del campo e non è riuscita a mettere un solo pallone in mezzo se non dalla tre quarti. Una formazione che non ha mai rischiato la giocata e non ha innescato le ali; non abbiamo mai visto una sovrapposizione sulle fasce, mai un uno/due, una superiorità numerica, solo giocate in orizzontale, lente, che hanno fatto il solletico ai padroni di casa.

Peccato

Peccato perchè nell'anticipo del turno infrasettimanale, quando tutta l'Italia era sintonizzata sulla partita, il Lecce non ha mai fatto vedere cosa ha nel motore, di cosa sia capace, di quanto belle e frizzanti siano le sue potenzialità. Forse, più della sconfitta, è questo che dà fastidio.

D'Aversa ha fatto una mini rotazione, inserendo ragazzi che hanno bisogno di mettere minutaggio, pensando alle partite ravvicinate ed a conservare quanto più possibile la condizione atletica di tutti. Hanno iniziato la gara sin dall'inizio Dorgu Venuti, Oudin, Blin e tutto sommato non hanno demeritato, quantomeno nella fase di non possesso; insieme a tutti gli altri però hanno reso insufficiente quella di possesso.

A parte Krstovic

Perchè la punta giallorossa, senza alcuna paura, accettando lo scontro fisico e conquistando tante punizioni non ha mai dimostrato di volersi accontentare. Ecco, probabilmente se i suoi compagni avessero avuto solo il cinquanta per cento del suo atteggiamento avremmo assistito ad un'altra partita. Non parliamo del risultato, quello potrebbe essere negativo in ogni caso, ma dalla prestazione. Bisogna avere sempre la lucidità di saper distinguere uno dall'altro ma stavolta sono stati coincidenti.

Sicuramente il Lecce aveva di fronte una Juventus ferita dopo la sconfitta contro il Sassuolo che si è comportata da provinciale pur di portare a casa il bottino pieno: cinque uomini davanti al portiere più tre centrocampisti a protezione della linea di difesa, nessuna concessione della profondità e ripartenze veloci. Sicuramente la giornata non illuminata del direttore di gara non ha aiutato e, anche se stasera non ci va di parlare degli arbitri (e ci sarebbe tanto da dire), vorremmo capire soltanto una cosa: il regolamento quante volte consente ai difensori della Juventus di cinturare e buttare a terra Krstovic facendo il fallo tattico e bloccando le azioni di rimessa prima che al direttore di gara sia concesso di estrarre il cartellino giallo? Infinite? Basta saperlo.

E' giunta la prima sconfitta stagionale dei giallorossi, dopo un avvio da big e può starci. La prossima sarà in casa contro i campioni d'Italia del Napoli, ci aspettiamo che il Lecce ci faccia vedere nuovamente quella veemenza e l'intensità di gioco di cui è capace. Siamo ben consci che una piccola realtà come quella salentina in serie A possa perdere contro chiunque, vorremmo soltanto che si continui a giocare con l'agonismo indomito che la squadra ha nel suo DNA, senza inchinarsi al “blasone” degli avversari.

Perchè è bene saperlo già da oggi: il “blasone” non gioca.

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