Il
Lecce ricomincia dalla serie B, con propositi importanti ma è una squadra
incompleta; il mercato ancora aperto, lo sarà fino al cinque di ottobre, non aiuta né la definizione degli organici (si sa che le operazioni importanti si fanno prevalentemente negli ultimi giorni) e neanche la condizione psicologia di quei calciatori che hanno altre ambizioni e si sentono
“precari”.
Poi, parliamo sempre di calcio d'estate, la prima in
assoluto, con un organico rinnovato, tanti assenti ed altrettanti calciatori fuori ruolo a causa di esigenze tecnico/tattiche. Lecce-Pordenone finisce a reti
inviolate, nonostante entrambe le squadre avrebbero potuto segnare, i salentini probabilmente più di un gol. Un po' per sfortuna, per
imprecisione e per la bravura del portiere avversario ciò non si è verificato ma, pur guardando un organico rinnovato nei suoi
interpreti, alcuni aspetti tecnici sia dei singoli che del collettivo si sono visti. Zuta è un calciatore affidabile anche a destra, pur essendo mancino,
Henderson lo conoscevamo già ed è la classica mezz'ala di movimento con i piedi buoni; Listkowski, seppure schierato fuori ruolo, ha dimostrato che le parole
“dolci” spese per lui non erano un'invenzione. Il ragazzo ha
potenzialità enormi, speriamo che possa mostrarle a Lecce. Coda è un
“veterano” di livello, uomo da area di rigore che conosce bene la categoria, mentre
Adjapong l'abbiamo potuto vedere solo per pochissimi minuti ma già si nota la sua facilità di corsa.
Nel complesso, invece, la squadra ha dimostrato soprattutto una buona voglia di vincere il match seguendo le indicazioni di Eugenio
Corini. Non si sono viste particolari manovre ficcanti, le azioni più pericolose si sono verificare soprattutto in fase di
ripartenza, sia perchè il Pordenone ha concesso pochissimo ma anche a causa di un 4-3-3
“forzato”, praticamente senza ali.
Questo ha impedito il gioco sulle fasce e, se Calderoni cercava la sovrapposizione continuamente trovandola poco, dall'altra parte
Zuta non solo giocava a piede invertito ma non aveva neanche un Falco davanti che gli dettasse i tempi di inserimento. La manovra è risultata spesso lenta e non ha
agevolato l'aver schierato Majer centrale; perchè se è vero che Petriccione rende bene sia da regista che da mezz'ala, la stessa cosa non si può dire dello
sloveno che riesce ad essere determinante da interno di centrocampo, non da regista. Infatti Majer non ha mai provato la verticalizzazione, nessuna apertura ma si è limitato a svolgere il compitino, al
retropassaggio, quasi spaventato di poter sbagliare; anche per questi motivi la squadra si è ingolfata più volte.
Un capitolo a parte merita Marco Mancosu, perchè il confine tra l'inconsapevole handicap psicologico e quello fisico, dettato da una condizione non ottimale, non è facile da distinguere. Il sardo è uscito e si è sciolto solo alla distanza, prima di essere sostituito, precedentemente sembrava come
intrappolato nei suoi pensieri e non si sono più contati i palloni persi, le ripartenze vanificate e gli appoggi sbagliati.
L'opinione pubblica è ben conscia della sua
(lecita) volontà di giocare in serie A, come anche per Falco e Petriccione e questo aspetto potrebbe
condizionarne le prestazioni. Sono
professionisti e sono legati sia affettivamente che da contratto al
Lecce ma non si può aspettare altri dieci giorni con il punto interrogativo:
restano o vanno? Il campionato non aspetterà, le partite continueranno ed i punti persi o concquistati avranno lo stesso importantissimo valore di quelli post chiusura del
calciomercato.
Ed allora? La squadra, se rimanessero concentrati, con la voglia di stupire e con la bava alla bocca, avrebbe bisogno soltanto di
due/tre innesti, mentre se vorranno andare via, non solo bisognerà attendere richieste ufficiali dai corteggiatori ma nel frattempo mantenerli in organico
impossibilitati ad acquistare i loro sostituti che rischierebbero di essere inutili doppioni.
Non vorremmo essere nei panni di Eugenio
Corini e di Pantaleo
Corvino per i prossimi dieci giorni...