Corvino parla dei giovani e della scelta di prendere stranieri
A questo punto della trasmissione, Corvino inizia a parlare della famosa “aridità" e "secchezza" presente sul territorio salentino. In particolare invita Graziani, critico sul modus operandi del Lecce in passate dirette, a capire il perché di certe scelte fatte dalla compagine giallorossa, riferendosi anche a regolamenti federali che permettono alle big di prelevare senza alcun costo i giovanissimi dalle piccole lasciandole con nulla in mano. Qui, il riferimento al recente passaggio di Okumassoun alla Juve, pare abbastanza chiaro, sebbene il direttore non lo citi esplicitamente.
Se altri giocatori sono andati nelle grandi squadre ed hanno fatto molto meno di Krstovic non vedo perché lui non debba essere considerato tale. Il Lecce cerca di trovare potenzialità in qualsiasi parte del mondo. Questo mi dà l'opportunità di parlare a Ciccio (Graziani, ndr) che sento spesso critico sulla politica del Lecce per quanto riguarda i giovani che proviamo a valorizzare prendendone troppi da fuori.
Però cerco a volte di essere critico anche io e faccio una domanda a chi mette a fuoco queste considerazioni sul fatto che noi giochiamo con troppi stranieri: ma dove stanno i giovani bravi italiani che può comprare il Lecce? Se vieni a Lecce vedi che non ci sono giovani bravi, potenzialità brave tali da metterle in un settore giovanile che deve competere con le grandi squadre.
Anzi, ci sono delle norme federali che permettono ai grandi club di venire a prendere dalle piccole senza niente in cambio e togliere risorse tecniche importanti che potrebbero essere magari del Lecce e di squadre più di provincia come il Lecce. Io questa critica la faccio mia perché è qualcosa che incomincio ad avvertire, perché non c'è più il senso della globalizzazione. In un mondo dove ormai esiste la globalizzazione le risorse tecniche migliori bisogna andarle a prendere per essere competitivi. E chi ha la capacità di andarle a trovare e di arrivare prima degli altri, allora viene accusato di non utilizzare i local e di non utilizzare gli italiani.
Io ti dico, dove stanno? Come fa il Lecce a comprare un italiano bravo? Come fa un giovane leccese a rimanere a Lecce se poi i grandi club a 12 e 16 anni se li vengono a prendere senza pagare nulla? Questi discorsi andrebbero ampliati e allargati prima di far sembrare noi quelli che andiamo a prendere da fuori trascurando quello che c'è in casa e dietro l'angolo.
La risposta di Graziani
La mia non era una critica nei tuoi confronti, ma al fatto che il campionato nazionale Primavera lo vinca il Lecce giocando con 11 ragazzi stranieri, il discorso è più ampio. Non era una critica a questa programmazione, ma io dico che nel calcio italiano esistono tanti giovani bravi che non andiamo ad attenzionare e prendere perché siamo diventati troppo esterofili.
Non parlo di te ma in termini generali. Non so se in Puglia o nel Salento ci sono giocatori attenzionabili, però facevo un discorso molto più generale. Il calcio italiano ha bisogno di cercare i tanti bravi giovani italiani sparsi per l'Italia ma non lo facciamo perché ci viene più facile andare all'estero.
Corvino ribatte
Quindi Ciccio tu pensi che noi che facciamo questo lavoro facendo kilometri per andare a scovare le migliori potenzialità non siamo in grado di scoprire quelli che ci sono qui a Lecce o in Italia? Io ti dico che se ci fossero stai tranquillo che li prenderemmo. Se ci fossero italiani che il Lecce può comprare a condizioni possibili il Lecce lo farebbe. Se non lo facciamo è per cercare di lavorare sulle migliori potenzialità.
In un calcio ormai globalizzato non ci possono essere ancora queste forme di razzismo, se è leccese, veronese, italiano, se non è italiano. Perciò si sta criticando una forma, un processo di globalizzazione a vantaggio di forme di razzismo come se io non vedessi il leccese bravo ed andassi all'estero a pescare. E' sbagliata questa analisi, nascondendosi dietro all'italianità. Se ci fosse uno bravo, ogni club di quel luogo è in grado di poterlo individuare.
Corvino conclude
Bisogna ragionare nell'ottica della miglior potenzialità da trasformare in qualità. Uno fa delle valutazioni: il Lecce in Serie A deve vedere delle potenzialità da Serie A che ci sono sul territorio. Se non ci sono sul territorio gira dietro l'angolo, e se non le trova, per essere competitivo deve cercare di trovare risorse tecniche ed economiche. Io un Dorgu a Lecce non lo avrei mai trovato se avessi seguito la politica del local a tutti i costi. Io invito voi nella critica a non farci sembrare quelli che non ci tengono al territorio o all'italianità. Siamo i primi a tenerci ma il Lecce non può comprare gli italiani.