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Terremoto in casa Juve Stabia. Secondo quanto comunicato qualche giorno fa dal procuratore Nicola Gratteri, la Procura di Napoli ha disposto l’amministrazione giudiziaria della società stabiese. 

Cos'è successo

La decisione arriva, si legge nella nota ufficiale, “a seguito di un'articolata attività investigativa e di accurate analisi patrimoniali". Per cui sembrerebbe essere accertato un condizionamento mafioso dell'attività economica della società da parte di uno dei clan locali. In pratica le indagini avrebbero evidenziato come la gestione di numerosi servizi legati alle attività sportive della società fosse stata affidata a imprese ritenute vicine al clan. 

Le parole del presidente

Il presidente Langella si è espresso in un comunicato volto a fare il punto della situazione: “La S.S. Juve Stabia 1907 ha preso atto dei rilievi mossi con il decreto di sottoposizione all’amministrazione giudiziaria di prevenzione adottato dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione il 13 ottobre 2025 e intende sottolineare che sono riferiti esclusivamente a fornitori di servizi esterni ed estranei all’azienda(esercizi commerciali che vendono i biglietti per lo stadio, distributori di bevande allo stadio, servizio di ambulanze addette allo stadio, ecc.). Come emerge dal provvedimento di prevenzione, i soci e l’attuale management della S.S. Juve Stabia 1907 (Andrea Langella, Filippo Polcino e Saby Mainolfi) non sono neppure sospettati di contiguità ad ambienti mafiosi o criminali - poi prosegue - infatti il Procuratore della Repubblica di Napoli ed il Procuratore Nazionale Antimafia non hanno proprio proposto il sequestro delle azioni o dell’azienda, bensì solo l’intervento “preventivo” di due amministratori giudiziari aventi l’incarico di neutralizzare il pericolo di infiltrazione criminale ed il Tribunale di Napoli ha accolto la proposta, adottando la misura di prevenzione per la durata di un anno”. 

Cosa può succedere?

Nei casi di sospetto condizionamento mafioso, come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, il tribunale interviene nominando un amministratore giudiziario che prenda temporaneamente in mano la gestione della società. L’obiettivo non è quello di procedere subito al sequestro o alla confisca, ma di bonificare l’impresa dalle infiltrazioni, sottraendola all’influenza dei clan. La misura ha durata massima di un anno, prorogabile per altri sei mesi. Al termine di tale periodo, i giudici possono revocare il provvedimento, prorogarlo, trasformarlo in controllo giudiziario oppure, nei casi più gravi, disporre la confisca definitiva dei beni. 

Resta da capire come la Juve Stabia potrà muoversi nella prossima sessione di mercato di gennaio. La gestione commissariale, infatti, potrebbe incidere sulle operazioni in entrata e in uscita, come già accaduto in altri casi simili, ovvero quello del Foggia in estate. 

E Burnete?

Nella rosa della Juve Stabia figura anche Rares Burnete, attaccante arrivato in prestito dal Lecce in estate. Qualora la situazione societaria dovesse complicarsi, non sarebbe da escludere un suo rientro anticipato nel Salento per valutare nuove opportunità altrove. Tuttavia, da quello che si evince al momento, il giocatore dovrebbe restare a Castellammare e proseguire la stagione con la maglia gialloblu.

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