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Scadrà domani il termine per onorare i versamenti fiscali e contributivi sospesi per il mondo del calcio, che negli ultimi giorni ha condotto un vero forcing per strappare al Governo un emendamento favorevole. La missione dovrebbe essere riuscita, come riportato dai quotidiani nazionali, che in più passaggi hanno sottolineato come Lotito, presidente della Lazio ed esponente di Forza Italia, abbia alzato la voce per ritagliare uno spazio nella manovra del Governo.

Si è parlato di decreto “salva-calcio”, una scelta terminologica non casuale.
Difatti, sono oltre 500 i milioni complessivi che i club di A (ma non solo) hanno tenuto in sospeso dal 2020 ad oggi. Una forma di debito che lo Stato ha permesso, consapevole delle inevitabili difficoltà economiche causate dal covid, fornendo però un ultimatum, ovvero il 22 dicembre 2022.

Non tutti i club si sono fatti trovare pronti e ad alzare la voce ci hanno pensato gli esponenti delle società più in affanno. Alla fine è stato il calcio a vincere questo braccio di ferro: i versamenti potranno essere onorati in 5 anni, attraverso 60 rate con il 3% di interessi.

Una mano dal cielo per i top club.
Guida l'infelice graduatoria delle società più indebitate l'Inter, chiamata a versare circa 50 milioni, come riportato da Repubblica. Poi la Lazio con 40, la Roma con 38, la Juve con 37 e il Torino con 27.

La musica non cambia per le provinciali, che anzi, hanno rischiato grosso. Sarebbero almeno 4 le società a non aver messo da parte neppure un euro nonostante l'ultimatum fosse imminente. 

Tra queste non c'è il Lecce.
Dalle parole ai fatti: un mese fa, in conferenza stampa, il presidente Sticchi Damiani aveva parlato di questa scadenza, sebbene a livello nazionale non fosse ancora chiacchierata, sottolineando un Lecce pronto a tutto.

Emerge oggi dai dati pubblicati da Repubblica che i salentini avevano accantonato da tempo il dovuto, ovvero 8.2 milioni, preparandosi con largo anticipo ad una eventuale mancata proroga del termine finale. Ciò è stato possibile grazie agli sforzi di tutti i soci e alle attente valutazioni societarie, che consentono al Lecce di dormire sonni tranquilli.

La società di via colonnello costadura ha la possibilità di scegliere se saldare per intero il debito oppure dilazionarlo attraverso le rate consentite dallo Stato: due strade che non sono a disposizione della maggior parte dei club italiani.
Un emendamento che di fatto ha salvato il calcio, ma ha lasciato praticamente impassibile il Lecce.

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