header logo

Collabora con Pasquale Foggia, attuale direttore sportivo del Benevento, ma in passato, con la maglia del Lecce, ha scritto la storia della Primavera giallorossa, vincendo due titoli consecutivi.

Il primo giugno del 2003 l’attaccante Italo Mattioli, appena maggiorenne, ha segnato un gol decisivo nella semifinale contro la Juventus, spedendo i suoi in finale contro l’Inter, in una sfida poi vinta dalla truppa giallorossa guidata da Roberto Rizzo. 

Ecco le sue parole alla Gazzetta del Mezzogiorno in un’intervista di qualche tempo fa, mentre ricorda i suoi trascorsi con la maglia giallorossa:

Si giocava con la regola del golden gol, Pertanto, la squadra che avesse segnato nell’extra time avrebbe superato il turno. Ricordo che Rodia, entrato in campo da pochi minuti, sfruttò magistralmente un mio taglio per smarcarmi a tu per tu con Mirante, il portiere rivale. Controllai la sfera e la mandai in fondo al sacco. Poi fui sommerso dagli abbracci dei miei compagni e di tutto l’entourage del Lecce. 

Sapevamo di affrontare uno schieramento molto forte ed a trazione anteriore. Pertanto, avevamo impostato il match sulle ripartenze. Rintuzzavamo le offensive dei bianconeri e provavamo a trovare lo spiraglio giusto, agendo di rimessa. Nel primo tempo supplementare la nostra strategia è stata premiata. Contro l’Inter ho firmato la rete del 2-1, dopo il gol iniziale realizzato da Bianco ed il pareggio di Fraga, su rigore. I nerazzurri hanno quindi segnato il 2-2 a tempo scaduto con Chiaria ma, all’ultimo minuto utile, Diarra ci ha regalato il 3-2 che ci ha permesso di fregiarci del titolo tricolore. Ma la strada è stata in salita, con due penalty assegnatici contro e con l’espulsione di Esposito".

Dopo quei successi indimenticabile è arrivato anche l’esordio in Serie A. L’avversario e lo stadio erano tra i più importanti d’Italia, ma Mattioli non si è lasciato impressionare ed è entrato in campo con la solita voglia di sempre:

“Ho esordito al Delle Alpi di Torino, contro la Juventus, e per me è stata un’emozione incredibile. Poi il mister mi ha utilizzato contro il Bologna. In seguito, ho dovuto fare i conti con un problema ad un ginocchio, che mi ha impedito di avere altre chance. A fine torneo sono stato ceduto, ma non ho mai smesso di seguire il Lecce e di tifare per i giallorossi. Nel Salento, del resto, ho vissuto quattro anni indimenticabili”.

Purtroppo la sua carriera non ha preso la piega che tutti si aspettavano. Ora si è ritirato ma l’intenzione è quella di lavorare nel mondo del calcio. In carriera ha indossato maglie importanti ed ha giocato soprattutto al Sud. Il futuro è ancora tutto da scrivere ma la voglia di calcio non è mai finita. 

 

Ciro e Michele, eroi senza tempo
Frosinone-Lecce 3-1: Abisso choc. Tesoro: "Non arbitri più il Lecce"