Si sapeva, lo
sapevamo tutti.
In serie A, se ti chiami
Lecce, soprattutto se sei una
matricola dopo tanti anni di serie C ed uno di B, sono più le sconfitte delle vittorie, più le delusioni delle gioie ed il tuo
obiettivo resta sempre lo stesso: quello di mettere tre squadre in fila alle tue
spalle quando finisce il campionato.
Nessuna
novità, nessun mistero.
Poi possiamo entrare nel merito delle
prestazioni viste di volta in volta, prescindendo dal risultato finale della singola partita. Qui il discorso
cambia.
Ci si può aspettare che gli interpreti, per lo più
esordienti nel massimo torneo, possano infilare errori individuali; ci si può attendere che contro un'Udinese ben strutturata e stabilmente in serie A da anni si possa
pagare dazio; si può comprendere che il
mercato estivo non abbia dato in termini di apporto i risultati sperati ed è lecito attendesi che si ponga
rimedio in questa finestra. In parole povere, un tifoso del Lecce, si è sempre aspettato tutto ed il contrario di tutto.
Su un aspetto però non si può prescindere: la
tenuta fisico-
atletica della squadra. Il Lecce, in tutti i tornei di serie A disputati, anche quando è retrocesso, non potendo competere a livello tecnico, è sempre stato superiore in quello atletico. Con Mazzone, con Zeman, con Rossi, con De Canio, con Cavasin, ma anche con Beretta, con Di Francesco o con Cosmi. Il livello atletico, l'abitudine a
correre con criterio per supplire alle carenze tecniche non è mai mancato.
Come ad esempio in questa stagione non manca in formazioni come il
Brescia o il
Verona (neopromosse) che, a livello qualitativo, non hanno nulla in più dei giallorossi. Basti pensare che il Verona gioca con il “
vecchietto” Pazzini o Di Carmine in serie A ed il suo elemento qualitativamente migliore è
Pessina; oppure il Brescia che gioca con la stessa identica base della serie B più Balotelli.
Così come il Lecce ed altre squadre lottano per salvarsi ma sviluppano
un'intensità pazzesca, una corsa intelligente ed in avanti quando non sono in possesso della palla, un pressing coordinato ed asfissiante nell'arco dei 90' a prescindere che poi possano vincere o perdere. Il Lecce non lo fa.
Perchè? Forse la risposta va ricercata nel chiuso degli
allenamenti.
Sicuramente la
Proprietà non si tirerà indietro in questo calciomercato e, con altri grandi
sacrifici economici, metterà in Rosa altri elementi, sicuramente più pronti, con un po' di esperienza. Noi
siamo certi che sarà così; ma allo stesso modo siamo sicuri che non potrà bastare se, anche i nuovi arrivati, dovessero
omologarsi al basso regime che sviluppa il Lecce. Un regime di
gioco lento che poteva andare bene in serie B mentre in serie A tutti corrono, tutti pressano e tutti sono atleticamente allenatissimi per poterlo fare.
Il
gioco di Liverani, purtroppo, non l'abbiamo ancora
visto ed abbiamo paura che non lo vedremo mai perchè in serie A gli avversari, ai ritmi in cui lo proponiamo, non te ne
consentono lo sviluppo. Nella stragrande maggioranza i contendenti sono
migliori tecnicamente ma nella totalità
sono migliori atleticamente. Qui si può e si deve intervenire se si vuole arrivare ad essere in corsa a
Maggio.
Lunedì prossimo il Lecce giocherà il posticipo a
Parma, nella speranza che possa reagire alle ultime sconfitte. Siamo sicuri che anche il Tardini, pur essendo una giornata lavorativa, ospiterà la
marea giallorossa.