Cordella: “A Milan e Lecce l’oscar del mercato. Corvino e Trinchera pazzeschi”
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Fabio Cordella, nato in Italia, è un noto direttore sportivo ed uomo d'affari. Ha maturato una significativa esperienza come direttore sportivo presso vari club calcistici internazionali, tra cui il Budapest Honved FC, la Royale Union Saint-Gilloise, il Treviso FC e l'Africa Sports d'Abidjan. Oltre a ciò, Cordella è anche il fondatore di Fabio Cordella Cantine.
All’inizio del 2006, Cordella intraprende la sua carriera come Ds. Gli viene offerto il ruolo di direttore sportivo per una squadra professionistica della Costa d’Avorio, l’Africa Sports d’Abidjan. Durante il suo periodo in Costa d’Avorio, la squadra ha vinto il campionato dopo 18 anni e ha partecipato alla CAF Champions League, vincendo nuovamente il campionato nazionale.
Nel 2008, Cordella torna in Italia, dove accetta l’incarico di uomo mercato al Lanciano. Successivamente diventa direttore sportivo del Treviso Calcio per un breve periodo, prima di accettare un ruolo simile presso la Royale Union Saint-Gilloise, squadra di calcio belga.
Nel 2011, Cordella viene nominato direttore sportivo del Budapest Honved FC, firmando un contratto quinquennale che termina nel 2016.
Tuttomercatoweb lo ha contattato per avere un parere sull’ultimo calciomercato che si è appena concluso.
A chi assegna l’oscar del mercato italiano?
“Al Milan quello delle grandi e al Lecce quello delle piccole. Corvino e Trinchera hanno fatto delle cose pazzesche”.
Da chi si aspettava qualcosa di più?
“Da nessuno. A meno che non fai la politica di Corvino dove vai a prendere giovani che possono diventare importanti è complicato. Perché oggi le star in Italia non le porti. Anzi oggi così possiamo vedere meglio chi riesce a scoprire i talenti”.
Arabia padrona del mercato. Vieni a vedere? @“ Non c'è da meravigliarsi. Da qualche anno il mondo arabo si era mosso e aveva iniziato a fare qualcosa. Ora le previsioni del compianto Silvio Berlusconi si stanno avverando. Adesso in Arabia vanno a prendere anche i giovani. Si può criticare come anche no, magari vuoi davvero creare una competizione importante che sia un riferimento ”.