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Guido Gallovich, agente di Federico Baschirotto, ha parlato ai nostri microfoni in diretta su Twitch. CLICCA QUI per vedere la puntata.

L'INTUIZIONE DEL LECCE
“Io credo che il grazie più grande vada alla società, a Trinchera e, soprattutto, a Corvino che hanno creduto in Baschirotto, facendo una scelta coraggiosa. Io sono felice che ad oggi questa sia una scommessa vinta, ciò dà credito al sistema intero; nelle serie minori ci sono calciatori validi che se hanno un'opportunità possono essere all'altezza di palcoscenici importanti. Occorre crederci, questa del Lecce è una politica vincente”.

IL PERCORSO DI BASCHIROTTO E LA NAZIONALE
"Conosco Federico dal 2013, sono ormai 10 anni. Ho percorso con lui tutta la strada tortuosa. Ha vissuto la convocazione di Mancini in maniera sobria, in linea con la sua persona. Era ovviamente molto felice e ci siamo confrontati sugli anni passati insieme. Lui guarda sempre allo step successivo, non si accontenta mai. La vera storia di Baschirotto è che è un ragazzo che ha saputo sognare in grande ma agire in piccolo. Si è sacrificato ogni giorno".

IL RUOLO
"Lui ha fatto scelte difficili in carriera perchè si sentiva difensore centrale. Per me la sua svolta è stata la stagione con la Vigor Carpaneto. Veniva da due prestiti in C, Forlì e Cuneo. Lì era un jolly difensivo, un po' terzino destro, un po' centrale. Non ha giocato moltissimo e alla fine di quel percorso biennale in C gli consigliai, rischiando forse di perdere la sua fiducia, di fare un passo indietro per poi farne due in avanti. Gli proposi di tornare in Serie D per trovare continuità e fiducia. Fece una stagione sensazionale da difensore centrale con la Vigor Carpaneto e prese finalmente consapevolezza dei propri mezzi. Poi, il secondo anno a Viterbo, venne nuovamente spostato sulla fascia destra e fece bene, l'Ascoli se ne accorse. In B ha fatto solo il terzino destro. Quando c'è stata l'occasione di giocare da centrale contro l'Inter è stato bravo a sfruttarla. Posso confermare che quando va in campo è come un bimbo al parco giochi, non sente la tensione. Ciò dice tanto sul suo approccio".

L'ATTEGGIAMENTO
“È una persona sempre sorridente, estremamente positiva. Vede sempre il bicchiere mezzo pieno e ciò lo ha aiutato a non perdere mai la fiducia. È un ottimista per indole: ha una carica agonistica importante".

IL RAPPORTO PERSONALE E PROFESSIONALE
“Ho fatto il calciatore anche io. Ciò che mi ha spinto a fare questo mestiere è proiettare nei miei assistiti la carriera che io ho fatto solo in parte, in quanto ho smesso a 26 anni. Mi ha sempre guidato il sogno del calciatore, che per me è qualcosa di sacro. Ho trovato una persona di pari valori umani. Il lato strettamente commerciale-professionale conta poco. Quando vedo in campo lui è come se in campo ci fossi io. Se dovessi perdere questo entusiasmo smetterei di fare questo lavoro. Non è possibile creare questa alchimia con tutti i calciatori. È un lavoro che faccio con pochi calciatori per scelta. Con questo approccio è facile fare il bene del ragazzo, perchè non hai mai un condizionamento economico. Le scelte fatte sono sempre state sul lungo periodo, mai per il breve, mai per i soldi. Lui merita tutto questo per il percorso che ha fatto, caratterizzato da scelte difficili”.

UMTITI
“Quello che ho colto dalle sue parole è che Umtiti si è calato talmente bene, con tale umiltà, che dal punto di vista umano neppure si percepisce la differenza con gli altri calciatori. I più grandi sono quelli che trasmettono qualcosa senza dover parlare. Lui è questo, trasmette con lo sguardo”.

GOL VS MILAN
“È ambizioso, nell'immediato erano due punti persi poi però la felicità ha prevalso”.

CONVOCAZIONE IN NAZIONALE
“Secondo me la Nazionale è un po' come l'amore: arriva se non ci pensi, se non te lo aspetti”.

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