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Francesco Baschirotto, fratello di Federico, è un calciatore del Caldiero, società di Serie D.
Ai microfoni di Cronache di Spogliatoio ha raccontato la crescita del difensore del Lecce, che con una vera e propria scalata ha raggiunto la Serie A.

MAI MOLLARE
"Vietato mollare. Federico me lo ripete di continuo. ‘Hai 22 anni, io alla tua età non ero così forte. Hai una tecnica migliore della mia'. Molte persone dicono ‘ok, il treno è passato’. Lui no. Mi disse così, ‘ora gioco le mie 35 partite e poi torno tra i professionisti’. Ha avuto ragione lui".

SEMBRA IMPOSSIBILE
“Mio fratello è un esempio. Prima del debutto contro l’Inter mi chiama e fa, ‘tre anni fa ero in Serie D, ora marcherò Lukaku. Mi sembra impossibile’. E invece è tutto vero. Il bello sai qual è? Abbiamo passato anni con l’album panini tra le mani a scambiare le figurine, ora affronterà quei giocatori uno dopo l’altro”.

ANIMATORE DI UDOGIE
“Da ragazzino è stato l’animatore di Udogie, oggi all’Udinese. Ricordo partite infinite al campetto della chiesa, dentro l’oratorio. Io e Destiny in campo a fare casino, Federico fuori. Udinese-Lecce? Sarà strano, ma anche divertente. Se chiudo gli occhi mi viene in mente un fuscello che dribblava tutti”.

FAMIGLIA
"Federico indossa il numero 6 proprio per noi. Mamma, papà, io, lui e i nostri due fratelli. Uno ha quarant’anni, l’altro 35. Anche loro hanno giocato a calcio. L’ultimo si è infortunato un paio di volte al crociato e ha smesso presto. Era nella Primavera del Verona.
Siamo tutti difensori. Io sono come Fede tra l’altro, centrale o terzino. Federico non ha mai pensato ad altro. È partito dalla Promozione, ha giocato tre anni in D ed eccolo qui, titolare a Lecce".

MENTALITA'
“Un paio di anni fa l’ho visto allenarsi alle cinque di mattina dopo tre o quattro ore di sonno. La partenza per il ritiro era programmata intorno alle 7, ma lui non voleva perdere il giorno di seduta. Si è fatto un’ora di allenamento, una doccia veloce e poi è partito. A 16 anni è stato scartato dal Chievo, e quando è ripartito dalla D dopo un paio di stagioni tra i professionisti era demoralizzato. Sarà durato due giorni però. Tempo di rimettersi in sesto, pensare al futuro e focalizzarsi su un nuovo obiettivo”.

ALLENAMENTO
“Sono otto anni che va in palestra. Ogni tanto gli diciamo di mangiare una bistecca alla fiorentina o un piatto di pasta fatto bene. Lui niente: riso e pollo. Dolce? Figurati. Mio fratello è fissato con la linea.”

SOGNO
“Eravamo Nogara, a casa nostra. Stavamo festeggiando la chiamata del Lecce in Serie A. Era pieno di gente, ma a un certo punto ci siamo sussurrati all’orecchio la stessa cosa, abbracciandoci forte. ‘Dai che un giorno giocheremo insieme…’. È un sogno, nulla più”.

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