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Luca Campedelli, presidente del Chievo, ha rilasciato un'intervista a La Repubblica nella quale ha denunciato il marcio che è presente nel mondo del calcio: 

"La FIGC ha deciso che non potevamo iscriverci né in Serie B, dove eravamo, né nei dilettanti. La ragione: alcuni arretrati nei pagamenti IVA. Abbiamo chiesto tempo per pagare a rate. L'ufficio riscossione delle Entrate ha riconosciuto il nostro diritto a frazionare i versamenti, ma a causa delle norme legato al Covid non ha potuto predisporre le necessarie pratiche. La prima rata l'abbiamo pagata il 28 giugno, 800mila euro dei 18 milioni che devo allo Stato. Ma non è bastato. I prossimi step? Giovedì ci presenteremo al Consiglio di Stato che ha accettato di anticipare l'udienza. Chiederemo l'iscrizione alla B in soprannumero. Abbiamo fatto tutto secondo le regole. Il calcio vive sui debiti e li pagherò. Però alla fine paghiamo solo noi. [. ..] Se il Consiglio di Stato ci darà ragione sono pronto a perdonare i giocatori.Non sono Gesù Cristo, ma per me il Chievo, con l'azienda di famiglia, è la vita".

 

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