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di Tommaso Miceli

“Non possiamo pretendere che cambino le cose, se continuiamo a fare le stesse cose”. Albert Einstein


La bruciante sconfitta interna con il Cittadella è scaturita essenzialmente dai soliti 2 errori di Corini:

  • Tenere in campo un calciatore impalpabile come Biorkengren.
  • Effettuare cambi insensati per rimettere in piedi la partita.

Esaminiamo sinteticamente questi due macroscopici errori: 

Farei una semplice domanda a Corini: nell’arco dei 90’ quante volte ha sentito pronunciare dai due telecronisti il nome di Björkengren? Io l’ho sentito sicuramente meno di 10 volte. Dunque, il classico calciatore che si nasconde dal gioco. Non solo, le volte che tocca palla, solitamente o lo fa in modo banale o fa errori grossolani (vedi nel secondo tempo: la goffa caduta sul passaggio smarcante di Gallo in area di rigore, un cross dalla sinistra direttamente sul fondo in stile calcio amatoriale e il liscio su un pretenzioso tiro al volo da 30 metri).

Quindi la domanda sorge spontanea, avrebbe detto il conduttore di una nota trasmissione di Rai 3 di un po’ di anni fa: qual è il senso di costringere la squadra a giocare praticamente in 10 per 90’?!

Caro mister Corini, quando la osservo durante la partita, mi sembra un allenatore freddo, direi quasi algido, e apprezzo il suo stile sobrio che si differenzia da quello esagitato di tanti suoi colleghi; invece quando fa i cambi mi sembra offuscato da una irrazionale e controproducente emotività: non è provando a inserire questo o quello che si può cambiare l’esito di un incontro che sta andando male, soprattutto se per inserire questo e quello si tolgono di squadra i giocatori più forti: Hjulmand, Henderson, Coda. ORRORE!!! Naturalmente, non pretendo che lei presti ascolto a me che sono un semplice appassionato di calcio, ma gli chiederei di osservare quello che fanno solitamente gli allenatori dei club dei campionati di massima serie, di Champions League, delle Nazionali: quante volte le è capitato fra le migliaia di partite che immagino avrà visto in vita sua, di vedere un allenatore di un grande club o di una nazionale effettuare 5 sostituzioni nell’arco di 8 minuti?! Credo neanche una volta, almeno a me non risulta neanche una volta. 

Non è scompaginando la propria formazione che si può pensare di scompaginare quella avversaria, è un rimedio “omeopatico” che nel Calcio non funziona e infatti credo che nessun allenatore l’abbia mai praticato dall’anno in cui fu inventato dagli inglesi fino ad oggi.

CONCLUSIONE

Non ho la pretesa che Corini legga queste mie banali riflessioni, ma ho la speranza che il nostro Eugenio, come San Paolo, possa essere illuminato, non sulla via di Damasco, ma sulla Via del Mare, prima che sia troppo tardi per la A, da una voce che gli sussurri il Principio Cardine del gioco del Calcio:

IL CALCIO È UNO SPORT SEMPLICE…A PATTO CHE NON LO SI COMPLICHI.

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