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L'evoluzione storica dei metodi di saldatura è strettamente legata al progresso della civiltà, soprattutto in ambito tecnologico, ed è un argomento a dir poco affascinante. Il procedimento di unione di due diversi pezzi metallici, infatti, è antico quanto la metallurgia stessa, e risale addirittura all'età del Bronzo e a quella del Ferro, quando questa tecnica era eseguita in forgia scaldando i pezzi di metallo al calor rosso per poi sottoporli a martellatura. La saldatura in forgia e mediante l'uso del fuoco, è stata adoperata fino alla seconda metà del 1800, e di preciso fino al 1877, anno in cui l'ingegnere americano Elihu Thomson mise a punto un primo metodo rudimentale di saldatura elettrica. Questo consisteva nell'applicare alle parti da saldare due elettrodi di rame, attraverso i quali passava la corrente che riscaldava il metallo fino al punto di fusione, permettendo così una saldatura più veloce e omogenea rispetto a quella in forgia. Per arrivare al metodo di saldatura ad arco voltaico, però, bisognò attendere fino all'inizio del XX secolo, quando vennero finalmente sviluppati dei generatori elettrici con una potenza sufficiente a generare l'arco. La saldatura elettrica ad arco Quello ad arco voltaico è diventato il procedimento più diffuso; anche se nel corso degli anni ha subito notevoli evoluzioni e ramificazioni, però, in origine la saldatura ad arco era un metodo applicato soltanto in ambito industriale, a causa del notevole ingombro e peso degli impianti di saldatura. La caratteristica principale della saldatura ad arco, infatti, è quella di essere eseguita in corrente continua, mentre la normale corrente di rete è alternata; i primi impianti di saldatura, quindi, dovevano necessariamente incorporare un trasformatore in modo da permettere alla corrente alternata, in entrata dal circuito di alimentazione, di essere convertita in corrente continua prima di essere indirizzata al circuito di uscita. Le saldatrici a trasformatore, quindi, sono state usate per decenni ma sempre in ambiti specifici di lavoro visto che, come accennato in precedenza, i primi esemplari erano grossi e pesanti, e di conseguenza poco adatti per il trasporto e l'uso in esterni. Le varie tecniche derivate dalla saldatura ad arco Nel frattempo, però, le tecniche di saldatura cominciarono ad evolversi, e dall'originale procedimento basato sull'uso di elettrodi non rivestiti, si passò prima a quello con elettrodo rivestito (saldatura MMA) e poi, durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, al metodo di saldatura TIG, che ancora oggi è uno dei procedimenti di saldatura a elettrodo più diffusi grazie alla sua versatilità, e quindi al tipo di leghe metalliche a cui può essere applicato, all'alta qualità dei giunti ottenuti e alla sua elevata produttività. A parte il metodo TIG, un altro procedimento altrettanto diffuso è la saldatura MIG/MAG, oppure a filo continuo com'è più semplicemente nota. Queste metodologie sono ormai largamente diffuse anche in ambito artigianale e hobbistico, ma di questo aspetto parleremo ancora nel paragrafo relativo alle saldatrici. Tornando ai moderni processi di saldatura, ne sono stati messi a punto molti altri ancor più sofisticati rispetto alla saldatura a elettrodo e a filo continuo, proprio per questa ragione però, sono utilizzati per lo più in ambito industriale. Tra quelli più innovativi citiamo la saldatura a ultrasuoni, la saldatura a vibrazione e la saldatura laser; ma esistono molti altri metodi che vengono utilizzati per applicazioni industriali specifiche, come la saldatura orbitale, eseguita mediante una torcia montata su un supporto in grado di ruotare a 360° e utilizzata prevalentemente per la saldatura di tubi in processo continuo, la saldatura al plasma, la saldatura a rotofrizione e altri ancora. L'evoluzione degli impianti di saldatura e le nuove saldatrici inverter Quando la tecnologia elettronica ha cominciato a evolversi in termini di miniaturizzazione, soprattutto grazie all'invenzione del transistor, le saldatrici a trasformatore hanno cominciato a diffondersi anche in ambito artigianale con la nascita dei primi impianti “portatili”. Le virgolette sono d'obbligo in questo caso, in quanto i primi impianti definiti tali erano comunque pesanti, anche se meno ingombranti, ma richiedevano comunque l'utilizzo di ruote per essere spostati. Il vero boom in nel settore artigianale e hobbistico, però, è avvenuto soltanto quando la tecnologia inverter è stata applicata agli impianti di saldatura permettendo di fare a meno dei trasformatori di corrente, che erano la causa prima dei problemi di peso e dimensioni. La saldatrice inverter, infatti, è estremamente compatta e leggera ed esprime al meglio il concetto di portabilità. Inoltre è anche più versatile, visto che con un singolo impianto è possibile eseguire sia la saldatura a elettrodo MMA sia quella TIG.
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