Palaia a 360°: i dissapori con Liverani. L'amarezza per SSD e Corvino che...
Il dottor “Peppino” Palaia, storico medico sociale dell'U.S. Lecce, è stato ospite di Giuseppe Vernaleone, direttore di Telerama, nella seguita trasmissione da lui condotta, TR News Talk. Tra le altre cose l'ex direttore sanitario del Lecce ha risposto ad alcune domande proprio sul suo “divorzio” avvenuto in estate dal Lecce calcio.
Di seguito vi riportiamo integralmente le sue dichiarazioni, incentrate sui motivi della rottura e sull'ex tecnico giallorosso Liverani: "...lo sport è stata la mia vita, non solo in ambito professionale ma anche in gioventù, continuo la mia professione nello sport, trattando gli sportivi, ma anche personaggi dello spettacolo e così via".
Giuseppe Vernaleone chiede al dottor Palaia di chi siano le responsabilità della rottura.
“Mah, io penso che non ci sia una colpa da addebitare a vari personaggi, indubbiamente la colpa è stata di un soggetto, di un allenatore. Io adesso sono uscito dall'oblio dopo cinque mesi e parlo della mia vicenda nel Lecce Calcio che si è conclusa dopo trentanove anni in maniera - traumatica- con un comunicato che lascia poco spazio all'immaginazione ed un allenatore, nella persona di Fabio Liverani. Parlando con Pantaleo Corvino che poveretto si è trovato in quei cinque giorni, era l'inizio della sua avventura del Lecce, si è trovato di fronte a tanti problemi, non ultimo il mio, e ci sono state delle affermazioni che io non credevo che potessero essere fatte, perchè quello che covava dentro Liverani nei miei confronti, io non l'ho mai subdorato nel mio lavoro con lui".
Il medico aggiunge: "Io da responsabile sanitario, lui da responsabile tecnico, anche perchè i primi due anni sono stati coronati da due vittorie del campionato con pochissime frizioni e si è andati avanti bene in virtù anche, e forse quello è stato uno di quei momenti che ha scatenato qualche invidiuzza nei miei confronti, quando alla mia prima gara la Curva Nord espose lo striscione “Peppino portaci in B” ed io goliardicamente a fine anno, a risultato raggiunto scrissi “Ultrà Lecce vi ho accontentato”. Pare che questa sia stata la turbativa che ha creato, diciamo un po' di invidia nell'allenatore ma non sapeva che tra me e la curva Nord c'è stato un feeling che è andato al di là del fatto sportivo, anche perchè tutti voi lo sapete, la Curva Nord mi è stata accanto in determinati momenti della mia vita ed io sarò sempre grato a questi ragazzi".
Palaia prosegue: "Questo fatto ha creato le premesse e siccome, ecco lì devo fare un appunto ai miei amici Saverio Sticchi Damiani che ho visto crescere dal punto di vista di uomo e professionale, e a Pantaleo Corvino che ho visto in un momento cruciale della carriera quando Giovanni Semeraro lo promosse da responsabile del settore giovanile a direttore sportivo della prima squadra; speravo che questi amici quanto meno soddisfacessero una mia richiesta che era quella di un confronto con Liverani, visto che eravamo due tesserati della società e loro potevano farlo. Perchè Liverani si era espresso in termini molto negativi nei miei confronti, dicendo a Pantaleo che il rapporto con me era stato pessimo e sottolineando la mia incapacità dal punto di vista professionale ed anche il fatto di avere in determinati momenti e per determinate decisioni rivolto contro di lui i miei fisioterapisti. Mi fu imposto allora, sempre per volontà di Liverani, un preparatore fisico per il recupero degli infortunati, senza che io fossi stato mai interpellato, un fisioterapista fu aggregato al mio gruppo, ma questo però non è stata una turbativa insuperabile. Però poi, nell'ultimo anno, c'è stato un momento in cui ha deciso di inviare i giocatori infortunati in un centro di Roma, nonostante i centri, i miei centri convenzionati con il Lecce e che, senza falsa modestia, erano e sono dei centri di eccellenza. Questo poi ha creato quella miriade di infortuni muscolari, io non sono stato mai coinvolto in tutto questo, però l'infortunio muscolare non è da addebitare al medico. Nell'insorgenza di un infortunio muscolare ci sono varie cause e concause che vanno dal banale terreno di gioco, ai dei carichi di lavoro impropri, vanno alla miscela dei carichi di lavoro improprio, ad un recupero non ottimale. Ci sono tante problematiche che devono essere affrontate. Il medico può solamente curarli, bene o male. Poi guarda caso il signor Liverani che dettava legge nel Lecce, ha subdolamente accettato di andare a Parma e quindi il Lecce si è trovato spiazzato. Io per salvaguardare la mia dignità umana e professionale ho dovuto fare quel comunicato stampa, c'è stato un po' di alterazione temporale e quindi si sono create le premesse per un saluto al Lecce dopo circa quarant'anni. Come tutti i film, bellissimo, si è concluso non a lieto fine ma con una fine non bella. Questo è quello che è successo.
Io se lo dovessi incontrare lo guarderei in faccia, non so se lui farebbe la stessa cosa, anche perchè quello che a me ha dato fastidio è che io alla società, dopo queste esternazioni che hanno colpito la mia dignità umana e professionale, avevo solo chiesto un incontro, non chiarificatore, perchè io non sarei rimasto nel Lecce se fosse rimasto Liverani. Un incontro per avere un diritto di replica e non mi è stato concesso. Questa cosa non va bene, perchè noi eravamo due tesserati. Quando un ragazzo di quarantaquattro anni, lui ha un anno in meno di mio figlio, dice certe cose nei confronti di un professionista di settantacinque anni, il professionista di settantacinque anni chiede il diritto di replica che non gli viene concesso, beh questa non è stata una bella cosa e mi ha ferito profondamente. Io tutto questo l'ho detto anche a Saverio, il Presidente, che bontà sua mi ha chiamato due mesi fa, abbiamo avuto un buon colloquio tra amici; subito dopo il mio comunicato stampa ho avuto il piacere della chiamata del dottor Renè De Picciotto e un altro che ha voluto chiamarmi dopo un po' di tempo è stato Corrado Liguori. Degli altri non ho sentito nessuno ma questo comunque non mi ha fatto perdere il sonno, ho dormito molto bene in questi giorni. I miei globuli rossi saranno sempre giallorossi, il mio amore per il Lecce è codificato, l'amore per i tifosi e soprattutto per i tifosi della Curva Nord rimarrà intatto, anche perchè mi sono stati vicini in momenti delicatissimi della mia vita. I miei problemi di salute li hanno conosciuti tutti e mi hanno dato la forza, lo spogliatoio all'epoca mi ha dato la forza di combattere il tutto. E vorrei dire che anche lo scorso anno, nessuno se n'è accorto, qualche problemino importante l'ho avuto, l'ho superato e questo mi da più tristezza. Perchè qualcuno sapeva delle mie problematiche ma sicuramente sono passati sopra tutto e tutti. Ma ripeto il mio obiettivo non è Saverio Sticchi Damiani, non è Pantaleo Corvino col quale ho lavorato per sette anni e mezzo...”.
Alla domanda di Vernaleone su un possibile ritorno nel Lecce, qualora fosse richiamato, il dottore Palaia risponde così: ”Ora direi di no, perchè devo metabolizzare come tutto quello che si fa nella vita devo metabolizzare questo momento assolutamente negativo. Non è che mi ha colpito Liverani, poveretto, lui probabilmente è così, certo dovrà migliorare nella vita. Mi sarebbe piaciuto che i miei amici, Pantaleo Corvino e Sticchi Damiani, avessero sperso qualche parola in mio favore in virtù della nostra vecchia amicizia e di quello che ho fatto negli ultimi quarant'anni nel Lecce, anche insieme a loro”.
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