Giampaolo: "Siamo in una strettoia. Domani il valore aggiunto deve essere il pubblico"

Le dichiarazioni del tecnico giallorosso in sala stampa alla vigilia della prossima giornata di campionato
Como già salvo e con la mente sgombra?
Non ci credo più a queste cose, perché ce lo insegnano gli ultimi campionati. Per me fa parte di un luogo comune. Non ci credo, non sposta niente. Io penso che una squadra che fa del gioco la sua qualità migliore, e quindi che per giocare ha bisogno di serenità e rischiare la giocata, se è in una situazione di classifica tranquilla, riesce ancora meglio.
Se non lo sei, quello che dovresti rischiare non lo rischi nemmeno. Addirittura penso tutto il contrario, ma ribadisco, non siamo qui a decantare le capacità dell'avversario. Noi abbiamo preparato la partita in un certo modo e non dobbiamo farci condizionare da niente e nessuno. Siamo in una strettoia.
Su Jean, Tiago Gabriel Danilo Veiga
Per Jean ci dispiace, perché è stato un ragazzo eccellente. Quando abbiamo avuto il problema con Gaspar lo abbiamo messo dentro che aveva giocato solo uno spezzone in Coppa Italia.
Piano piano è migliorato e devo dire che è stato dignitoso. Mi dispiace molto. A me piace come si allena, per l'attenzione, le capacità di lettura difensiva che ha. Deve migliorare negli uno contro uno ma ha recitato un calcio diverso.
Tiago Gabriel? Si allena in silenzio. Fa le cose per bene. La sua miglior qualità è la freddezza quando ha palla, ma deve migliorare altre cose. Non era facile per il ragazzo giocare a Torino, senza riscaldamento o preparazione mentale adeguata. Il suo l'ha fatto.
Veiga? Si vede che ha più partite e più esperienza. E' in un buon momento soprattutto dal punto di vista mentale. Mi pare abbia la leggerezza giusta necessaria in questi momenti.

Helgason e Berisha insieme domani?
E' una soluzione. Come contro il Venezia. Ad un certo punto eravamo sotto ed ho optato per due centrocampisti con caratteristiche diverse perché avevamo bisogno di quella peculiarità lì. Noi abbiamo esterni d'attacco e centrocampisti con caratteristiche diverse, che possono essere più attaccanti o che ti garantiscono più equilibrio.
Come sarà la partita di domani? Come me l'aspetto? E andando avanti cosa può succedere? Su queste cose si gioca. Ecco perché dico che si gioca in 16, perché posso fare una roba, farne un'altra dopo. Perché 95 minuti sono lunghi, soprattutto contro una squadra che ha quel palleggio e che ti toglie fiducia durante la gara. Lì è dove dobbiamo essere bravi.
Come si fa a tenerli sul pezzo ed evitare di perdere fiducia
Uniti. Uniti. Da un mese a questa parte, il mantra è uniti. Squadra. Famiglia. Soprattutto in questa ultima settimana, è stato ribadito questo concetto anche grazie ad iniziative che abbiamo intrapreso. Da soli non ne veniamo fuori. Uniti intendo tutti.
Chiaro, devo partire dalla squadra. Devo far capire qual è l'obiettivo comune, non solo chi si mette la maglia dal primo minuto. Si festeggia insieme, si piange insieme, si lotta insieme. Poi domani penso che il valore aggiunto possa e debba essere il nostro pubblico. Non si scappa da lì.