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Tanti, troppi, logoranti, estenuanti (e chi più ne ha più ne metta) infortuni. Più tempo in infermeria che in campo. Solo lui sa. Non deve essere facile, come avere un macigno sopra. Sperare che tutto questo finisca il prima possibile per tornare a sorridere in campo.

Kastriot Dermaku per il Lecce sicuramente è, ed è stato un giocatore di indubbie qualità. Forte fisicamente, bravo nei colpi di testa e nel posizionamento in mezzo al campo per coprire gli spazi ma purtroppo i continui acciacchi fisici, avuti nel corso della sua esperienza giallorossa, non permettono di fare un’analisi e una valutazione completa della sua carriera qui nel Salento, proprio per la poca continuità di rendimento avuta nel corso degli anni passati a Lecce.

Kastriot Dermaku Lecce

Arrivato nell’estate del 2020, dal Parma, il difensore albanese ha racimolato solo 32 presenze, tra Serie A e Serie B, non sfigurando quando chiamato in causa ma comunque troppo poco se si considera il lungo periodo di militanza con la casacca giallorossa. Tra infortuni muscolari, appendicite e pubalgia, è rimasto fuori per 379 giorni (praticamente oltre un anno) dal suo arrivo nel Salento.

In questa stagione, con l’arrivo di D’Aversa, si sperava potesse avere la giusta occasione per rilanciarsi ma un altro, ennesimo infortunio lo sta trattenendo ai box da quasi un mese, non riuscendo ancora a esordire in campionato.

Il suo contratto scadrà al termine di questa annata e, con ogni probabilità, difficilmente la dirigenza deciderà di rinnovargli la permanenza in squadra. Un vero peccato che il ragazzo non sia mai riuscito a esprimere al meglio il proprio potenziale, un vero peccato non essere riuscito a incidere durante il suo percorso qui nel Salento. 

Fabio Lucioni, Kastriot Dermaku, Morten Hjulmand e Youssef Maleh in Lecce-Venezia

Ma non è ancora detta l’ultima parola, chi la dura la vince, perché nonostante tutto, nonostante la sua perenne assenza tra gli undici titolari, Kastriot ha avuto modo di conoscere nel dettaglio questo ambiente. Sa cosa vuol dire appartenere a questa piazza, difendere con orgoglio questi colori. Se non puoi incidere in campo, lo puoi fare all’interno dello spogliatoio e non è poco trasmettere questi valori ai nuovi arrivati, fargli capire l’importanza di sacrificarsi per questo club. 

Noi siamo sicuri che tutto questo lo stia facendo ogni giorno, in attesa (si spera) del suo definitivo rientro. Ovviamente quello che accadrà per lui in futuro lo scopriremo solo vivendo ma c’è ancora tempo per tornare a essere utile, per tornare a dare una mano per gli obiettivi da dover raggiungere. C’è ancora tempo per dimostrare di essere, ancora, all’altezza di questo contesto.

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