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Era importantissimo ripartire e il Lecce lo ha fatto. Contro il Sassuolo è stato possibile apprezzare come le due sconfitte consecutive contro Juventus e Napoli non abbiano, di fatto, scalfito le certezze di gioco della squadra di Roberto D’Aversa. Il pareggio del “Via del Mare” contro la formazione neroverde è un risultato importante, sia in termini assoluti, perché un punto migliora sempre la classifica, sia per il modo in cui è arrivato.

Bene, anzi, benissimo l’approccio alla partita. Un primo quarto d’oro che potrebbe definirsi praticamente furioso da parte del Lecce che ha schiacciato il Sassuolo nella propria metà campo confezionando almeno un paio di nitide palle gol. Ci si è messa la sfortuna poi in occasione del rigore procurato da Baschirotto con fallo di mano e trasformato da Berardi. Ed è esattamente qui che il Lecce ha fatto la differenza. Una botta del genere, arrivata nel momento migliore per i salentini, probabilmente avrebbe steso chiunque. Ma non la squadra di D’Aversa, che non si è disunita, ha ripreso a giocare e creare nuovamente i presupposti per far gol. Consigli ha alzato gli argini davanti alla porta finché ha potuto, ma poi, a inizio ripresa, ci ha pensato Nikola Krstovic a mettere a segno il gol del pari, il suo quarto in campionato. Su Krstovic andrebbe aperta una parentesi perché alla settima presenza è ormai evidente a tutti che il montenegrino è un centravanti di razza. Impressiona, soprattutto, la cattiveria su cui si avventa su tutti i palloni, la veemenza con cui sbraccia nei duelli con gli avversari, il coraggio con cui contesta le palle vaganti aeree. Il Lecce ha trovato un grande bomber, ma forse sarebbe meglio estendere questo concetto all’intero campionato e dire che è la Serie A ad aver trovato un grande bomber. Almeno per caratteristiche è difficile trovare un suo omologo. Krstovic, insomma, è un unicum, per la gioia del Lecce, dei suoi tifosi, della società e di Pantaleo Corvino, che ancora una volta ha colpito nel segno. 

Da apprezzare, tornando alla partita, anche la mentalità della squadra giallorossa messa in mostra nel secondo tempo. Acquisito il pari, infatti, la squadra di D’Aversa non sembrava appagata, anzi, ha provato a continuare a pestare con il piede sull’acceleratore per provare a vincere, nonostante davanti ci fosse un avversario molto forte con tantissima qualità in attacco. Un Lecce così, a conti fatti, può mettere paura a tutti. Una squadra sfacciata, coraggiosa ma al tempo stesso equilibrata, che non ha paura di prendersi dei rischi per portare a casa dei risultati importanti. Questo significa che i giallorossi hanno acquisito piena consapevolezza nei propri mezzi e nelle proprie potenzialità. 

Così, dopo otto giornate, giunti alla seconda sosta del campionato, il momento è adatto per tracciare una linea su questa prima parte di stagione, e il bilancio non può che essere positivo. Lo ha detto anche D’Aversa: la classifica guardiamola questa volta, perché 12 punti in 8 giornate è un ruolino di marcia di assoluto livello. Significa viaggiare a una media di 1,5 punti a partita, abbondantemente da parte sinistra della classifica. Il campo ha detto che il Lecce è una squadra vera e i risultati lo hanno confermato. L’entusiasmo nella piazza continua ad essere alto e di questo la squadra ne beneficia, perché, in casa ma anche in trasferta, il calore del tifo sa essere trascinante. Ora arriva il momento di ricaricare le batterie e di continuare a lavorare per migliorarsi. Fa due settimane c’è la trasferta a Udine, un altro esame importante per confermare quanto di buono fatto finora da questo Lecce che vuole continuare a stupire. 

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