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Secondo pareggio per uno ad uno, dopo quello in casa contro il Sassuolo; secondo in rimonta dopo che gli avversari, gli emiliani al Via del Mare e l'Udinese stasera, erano passati in vantaggio su calcio di rigore.

Il Lecce aggiunge un altro punto ad una classifica già buona portandosi a tredici lunghezze ma D'Aversa forse, ha qualcosa da recriminare. Più noi che vi scriviamo che lui probabilmente, questo non lo sappiamo, immaginiamo infatti che a conti fatti l'allenatore si tenga ben stretto sia il punto che la prestazione.

Il Lecce nel primo tempo non ci ha creduto fino in fondo

Remi Oudin

Perchè abbiamo un pizzico di rimpianto? Il motivo, a nostro avviso, è da ricercarsi nel “momento no” dei friulani in questo avvio di torneo e ne abbiamo avuto ampia dimostrazione nei primi quarantacinque minuti di gioco. Il Lecce è partito bene, ha messo in grande difficoltà i bianconeri, è arrivato alla conclusione pericolosa (anche se con tiri fuori di un niente, quindi statisticamente non considerati in porta) ha tessuto trame di gioco ficcanti grazie alla grande intensità prodotta che ha consentito di rubare diversi palloni nella metà campo avversaria. Poi, pur non correndo alcun rischio (parliamo sempre del primo tempo) si è messo ad amministrare la partita, con Falcone per primo che tardava a far riprendere il gioco; ci stà il rifiatare, perchè tenere alto il ritmo favorisce un alto dispendio di energie, però una volta “recuperato” si sono dimenticati di ricominciare a giocare con intensità. Si è permesso, colpevolmente, all'Udinese di rimanere comodamente nella sua “comfort zone”, riorganizzare le idee ed all'intervallo Sottil è riuscito a toccare le corde giuste dei suoi uomini.

Il secondo tempo del Lecce è un'altra storia

Pongracic

Nella seconda frazione di gioco il Lecce è entrato in campo pensando di essere ancora in controllo della partita ma non lo era più. Non che i friulani abbiano fatto chissà che, però hanno alzato loro i ritmi stavolta, hanno messo in difficoltà gli uomini di D'Aversa e grazie ad un rigore quantomeno “generoso” sono passati in vantaggio. A quel punto i giallorossi hanno accusato il colpo ed il tecnico, anche se un po' in ritardo, ha iniziato a mettere mani alla panchina, sostituendo i ragazzi più stanchi.

Il Lecce non muore mai

La grande forza di questa squadra sta proprio nelle “seconde linee” perchè, quando chiamate in causa, entrano sul terreno di gioco credendoci fino alla fine, dai più giovani come Dorgu ai più esperti, come ad esempio Sansone. Segno questo che il gruppo c'è, non ci sta a perdere e grande merito va dato all'allenatore giallorosso.

Considerazioni finali su Udinese-Lecce

Buon primo tempo almeno fino al trentesimo, buona parte finale del secondo, in mezzo tanta stanchezza soprattutto in alcuni elementi cardine. Pensiamo a Ramadani, a Kaba, allo stesso Krstovic che ci è parso davvero sulle gambe dopo la pausa in cui è stato impegnato con la sua nazionale. A volte, così com'è accaduto per Rafia che non è stato proprio impiegato contro i friulani, inserire dall'inizio un Piccoli e giocarsi la carta Krtovic quando gli avversari sono più stanchi non è vietato e si prendono due piccioni con una fava: da una parte si dà la giusta considerazione all'alternativa, dall'altra si preserva un calciatore stanco.

Ora testa a Lecce-Torino

Sabato alle 18.00 farà vista al Via del Mare il Torino di Juric, altra squadra in difficoltà di prestazioni e risultati rispetto alla scorsa stagione. Occhio a non prendere sotto gamba la sfida, perchè queste formazioni, pur in momenti di difficoltà, hanno le armi per riprendersi quando le dai per spacciate. Il Lecce però, se gioca tenendo alti i ritmi, può dire la sua alla grande.


 

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