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Da bersaglio dei mugugni a simbolo di orgoglio salentino. Antonino Gallo, classe 2000, terzino sinistro dal cuore caldo e dalle gambe instancabili, si è ripreso la scena nel momento in cui contava di più. 

Dopo un avvio di stagione complicato, fatto di prestazioni opache e più di un fischio dalle tribune del Via del Mare, l’ex Palermo ha risposto sul campo. In silenzio, ma con i fatti. Con due prove di carattere, concretezza e sacrificio: prima nel 2-2 contro il Bologna, poi nel colpo esterno contro il Parma, deciso da una prova difensiva da manuale.

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Un inizio difficile

La stagione di Gallo era partita con il freno a mano tirato. Qualche errore di troppo in fase di copertura, poca brillantezza nella spinta offensiva e una fiducia da ritrovare. Il Lecce, reduce da un mercato estivo con cambiamenti importanti, ha dovuto fare i conti con l’inevitabile processo di adattamento. 

E Gallo, che di solito è sinonimo di corsa e affidabilità, sembrava aver perso il feeling con il suo ruolo e con la piazza. La concorrenza interna lo ha messo alla prova, ma la risposta del numero 25 giallorosso è stata da giocatore vero: testa bassa, lavoro e determinazione.

La svolta: Bologna e Parma

Poi, la svolta. Nella sfida casalinga contro il Bologna, Gallo ha messo in campo una delle sue migliori versioni. Attento in copertura, aggressivo nei duelli, lucido nelle scelte. Ma soprattutto, finalmente protagonista anche in fase offensiva, con quella corsa sulla fascia che mancava da inizio anno. Assist, chiusure decisive e l’applauso convinto del pubblico salentino a fine gara.

Ma è a Parma, in un Tardini ostico e in una gara che sembrava scritta per terminare in equilibrio, che Gallo ha messo il sigillo sul suo riscatto. Prestazione totale. Difesa granitica, diagonali perfette, e la sensazione costante di sicurezza. 

Un muro sulla sinistra, al punto da spegnere le sortite offensive dei ducali. L’1-0 finale porta anche il suo nome, perché spesso, dietro una vittoria sofferta, ci sono le prestazioni silenziose, ma decisive, di chi non fa rumore ma fa la differenza.

fiorentina-Lecce gallo dodo
Gallo

Dai fischi agli applausi

Il calcio è memoria corta e cuore grande. E i tifosi del Lecce, che non hanno mai smesso di pretendere il massimo, sono anche i primi a riconoscere l’impegno e la crescita. Così, dai fischi delle prime giornate si è passati agli applausi convinti. 

Non solo per le prestazioni, ma per l’atteggiamento. Perché Gallo è rimasto lì, al suo posto, senza mai nascondersi. E adesso il Via del Mare torna ad accendersi quando parte una sua discesa sulla sinistra. Da criticato a simbolo di una squadra che lotta, soffre e riparte.

Un leader silenzioso

Non ha la fascia al braccio, non cerca i riflettori. Ma in campo, la voce di Gallo si fa sentire. Incita i compagni, chiude le falle, si prende responsabilità. Il suo riscatto è anche quello di un gruppo che sta trovando identità e compattezza. 

E Eusebio Di Francesco, tecnico del Lecce, che lo ha sempre difeso e sostenuto anche nei momenti difficili, se lo gode. Perché un terzino così, in una Serie A dove ogni dettaglio fa la differenza, è oro puro.

Il futuro è adesso

Con queste prestazioni, Antonino Gallo da Palermo si è confermato un titolare fisso non solo per necessità, ma per merito. Il Lecce ha bisogno del suo motore, della sua fame, della sua determinazione. La stagione è ancora lunga, ma la strada è tracciata. E se il Lecce vuole continuare a sognare, servirà anche il miglior Gallo.

Quello visto contro Bologna e Parma. Quello che non si arrende mai.

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