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Al calcio d’inizio manca poco. I giallorossi sono riuniti in cerchio e Strefezza, da capitano, arringa i suoi con un discorso energico. Quando il brasiliano termina di parlare, il primo ad agitarsi e Joan Gonzalez. Il classe 2001 agita le mani per caricare tutti e probabilmente anche se stesso. A 20 anni non è scontato possedere una tale personalità, soprattutto se in quel cerchio ci sono giocatori che hanno giocato in Champions League e che hanno un’incredibile esperienza a livello internazionale.

Questa piccola premessa serve a raccontare, a chi non lo conoscesse, che tipo di professionista sia il centrocampista spagnolo, un ragazzo giovane, umile ma già consapevole dell’importanza che ha in quello spogliatoio.

Lo scorso anno Joan ha trascinato la Primavera alla salvezza con 8 gol e grandi giocate. Quando lo abbiamo intervistato ci ha parlato di un suo sogno, quello di giocare in prima squadra con il Lecce. A maggio sembrava possibile ma complicato, mentre adesso Gonzalez sta entrando di diritto nel gruppo degli inamovibili di Baroni, che difficilmente si priva del suo tuttocampista.

Gol al Monza, assist ieri per la rete di Ceesay e nel mezzo un mare di giocate sopraffine miste a randellate degne di un centrocampista vecchio stampo, di quelli che servono, anzi sono necessari, nelle squadre che lottano punto su punto per ottenere la salvezza.

Lui, come detto nel titolo, è l’essenza del progetto Lecce, il fiore all’occhiello delle linee guida stilate da Corvino due anni fa nella conferenza stampa del suo ritorno: settore giovanile e patrimonializzazione, presente in campo e plusvalenza in futuro. 

Joan adesso non pensa a tutti quelli che busseranno alla porta del Lecce per chiedere informazioni sul suo conto. Non pensa nemmeno al suo passato nel Barcellona, anche se il tocco di palla e la visione di gioco sono quelle di chi è cresciuto mangiando pane e Tiki Taka

Il presente ha la maglia giallorossa del Lecce, la salvezza con i salentini è l’unica cosa che conta, mentre il futuro può ancora attendere. 

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