Coronavirus, presidente Assoallenatori: "In campo se ci dicono che..."
"Speriamo di tornare al più presto sul campo, c'è tanta voglia. Il presidente della Fifa Infantino frena? Mi sembra che il suo sia stato un discorso molto responsabile, fatto anche da tutti noi. Ricominceremo quando saremo chiamati per farlo, perché noi l'evolversi della situazione non lo conosciamo, anche dal punto di vista sociale".
Dai microfoni dell'emittente Radio Radio, il presidente dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri, che fa parte anche del Consiglio della Figc, parla del momento del calcio italiano e della stagione che potrebbe ricominciare. "Se ci dovesse essere chiesto di riprendere a giocare - dice ancora Ulivieri - perché la gente ha bisogno di distrarsi con qualche partita, è un sacrificio che vorremmo fare. Però se ci verrà chiesto". Ma che calcio sarà quello per tre-quattro mesi a porte chiuse? "Potrebbe sembrare un po' più ovattato - risponde Ulivieri - ma sono convinto che non sarà così. E' chiaro che il pubblico è un qualcosa in più, ma per un periodo breve si ingegneranno a trovare le giuste motivazioni senza l'aiuto del pubblico".
Sul taglio degli stipendi, il presidente dell'Assoallenatori sottolinea che "ci si dimentica dei tanti che stanno in Serie C, e noi abbiamo cercato di tutelare le fasce più deboli. In questo momento credo sia un dovere, e in C abbiamo spinto per la cassa integrazione. Sul mondo dilettantistico il discorso è diverso, perché molti di coloro che lavorano in questo settore hanno un'altra occupazione. Per questi bisognerà trovare soluzioni che al momento non ci sono. Speriamo anche nell'aiuto del governo".
Ma il taglio dei compensi, per Ulivieri, deve riguardare anche i tecnici esonerati ma ancora a libro paga dei club? "Credo ci voglia una contrattazione individuale - risponde Ulivieri -, comunque penso di sì".
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