Corvino: "Lecce in linea con il suo percorso". Poi su Camarda e Tiago Gabriel...

Un estratto dell'intervista rilasciata dal direttore dell'area tecnica giallorossa a La Gazzetta del Mezzogiorno
Tra le pagine dell'odierna edizione de La Gazzetta del Mezzogiorno è possibile leggere una lunga intervista a cura di Antonio Calò al direttore dell'area tecnica del Lecce Pantaleo Corvino. Tante, le domande fatte al direttore vernolese, tra cui anche quella relativa a quale delle recenti plusvalenze è più legato: “Indicarne uno sarebbe riduttivo. Cifre alla mano, la cessione di Dorgu è stata la più importante della storia del club perché ha fruttato oltre trenta milioni di euro”, svela.
Sull'inizio di campionato
Il direttore parla anche delle prime gare della stagione di Serie A 2025/26, che vede il Lecce a cinque punti frutto di una vittoria, quella contro il Parma prima della sosta, due pareggi e tre sconfitte.
“Dopo cinque stagioni abbiamo chiuso un ciclo, nel quale abbiamo centrato una promozione in A e tre salvezze consecutive nel massimo campionato, che stiamo disputando per la quarta volta di fila - spiega Corvino. - Inoltre, abbiamo vinto uno scudetto Primavera. Non è stata una passeggiata, ma un periodo molto lungo e duro per chi, come tutti noi in società, è figlio del Salento, un territorio che merita tanta visibilità, come quella che deriva dal calcio ad alti livelli. Un territorio che vorremmo tenere il più in alto possibile, rendendo orgogliosi i tifosi.

Nuovo ciclo
Ora abbiamo iniziato un nuovo ciclo ed in sei gare abbiamo ottenuto cinque punti, pur affrontando Milan ed Atalanta. Siamo quindi in linea con quello che dovrebbe essere il nostro percorso. Senza dimenticare che ogni anno aumentano le società rette da fondi d'investimento o da proprietà straricche che lottano per il medesimo traguardo. Quindi siamo i più “piccoli” fra i “grandi”, pur lavorando e programmando come i “grandi”. Questo significa che il compito diventa sempre più arduo.
Quali errori non bisogna commettere per conquistare la quarta salvezza di fila?
Gli errori, purtroppo, sono sempre dietro l'angolo. Le sconfitte dovrebbero indurre ad essere più compatti. Invece, nell'era mediatica, dei social, innescano spesso critiche che tendono a demolire e non a costruire, materiale utile alle nostre avversarie. Quando si ha come obiettivo la permanenza, il gruppo-squadra non ha mai le spalle tanto larghe, per esperienza e tempra, per reggere a simili situazioni. Pertanto, nei periodi negativi i calciatori devono cercare di isolarsi dal contesto generale.