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Sandro Mencucci, amministratore delegato del Lecce, è stato intervistato dal Nuovo Quotidiano di Puglia.

Il percorso nel Salento

Da consulente ho vissuto la promozione dalla serie B, poi da amministratore delegato due conferme in serie A. Per questo sono stato davvero fortunato», dice con una modestia che è il segno dell’uomo. È stato affascinante passare da Firenze a Lecce, la Firenze del Sud. 

Sticchi Damiani Mencucci

Sono innamorato del Salento, stare nel Lecce è fantastico, per il presidente e la sua compagnia, per ritrovarsi Leo, e con lui Trinchera, con gli uomini di questa società, con tutti coloro che ci lavorano, che danno il proprio contributo, con una tifoseria che forse non ha uguali. A Lecce mi è stato tutto facile perché lavoro con persone di grande valore e ammirevoli sotto tutti gli aspetti. Come si dice, pochi ma buoni ed in pochi siamo riusciti a svolgere al meglio il proprio lavoro.

La salvezza

Qui niente accade per caso. La salvezza anticipata è il segno di chi ha saputo guardare avanti con oculatezza e competenza. Di chi ha saputo gestire il cammino di un campionato difficile secondo le situazioni. È la salvezza della salentinità, io sono l’unico non salentino in questa splendida realtà sociale. Sono stato adottato da questa gente meravigliosa, sono entrato nel gruppo.

Il futuro del Lecce

Il Lecce ha l’orgoglio di essere la squadra più a Sud d’Italia, in attesa degli esiti finali del campionato di B. Siamo gente che non ama fare proclami come ha ribadito lo stesso presidente. Abbiamo la consapevolezza che l’asticella della serie A si è già alzata con l’arrivo di squadre e società solide come il Parma ed il Como. Contiamo di tenere alto l’orgoglio del Salento, in una stagione importante sotto tutti i punti di vista, con uno stadio sempre più all’altezza dei ruoli e con un Centro sportivo di proprietà sul quale lavorare per un grande futuro.

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