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Questa mattina Andrea La Mantia si è presentato ai giornalisti di Empoli parlando del suo recente passato e spiegando come mai il bomber della promozione ha avuto difficoltà a rimanere in giallorosso: "Non si era rotto qualcosa con la piazza - ha spiegato a chi gli avesse chiesto precisazioni - , devo soltanto ringraziare i tifosi. Parlo soprattutto a livello tecnico, sono state fatte delle scelte nonostante abbia dato tanto alla squadra. Ci sono momenti in cui si devono fare delle scelte, io ho bisogno di sentirmi parte di qualcosa e quindi voglio dare una grande mano”. Probabilmente il giocatore si riferisce ai rapporti con Fabio Liverani considerato che invece stando ai fatti al centro del progetto lo era: 13 presenze in campionato, tante quante Diego Farias, una in meno rispetto a Lapadula, due in meno rispetto a Babacar e tre rispetto a Falco. La sua insomma non è stata una vera e propria comparsata in Serie A considerato che si è affacciato a questa competizione solo a 28 anni e dopo un aver avuto un exploit solo l'anno prima in B sempre grazie a Liverani che lo ha "fatto diventare atleta" (vi ricordate quando Liverani affermò che non era ancora un atleta e che quando lo sarebbe diventato sarebbe esploso?). Le parole di La Mantia però non sono da interpretare in senso negativo perché sicuramente è un ragazzo che emotivamente è provato e che pensava di concludere almeno l'annata in Serie A con i colori con cui si è consacrato come calciatore nel calcio che conta. Parole di rammarico a cui segue quello dei tifosi che lo avrebbero voluto ancora nel Salento. Intanto il calciatore si è aggregato alla squadra ma non è stato a disposizione di Roberto Muzzi poiché ha lavorato in differenziato.
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