De Picciotto: "Perchè il Lecce? Corteggiato da Liguori. Ho investito per lui nel club"
Nato al Cairo, 75 anni, origini livornesi, Renè de Picciotto ha conquistato la città di Lecce grazie alla storica promozione dalla C alla B (2017/18) e l'anno scorso dalla B alla A.
L'ex banchiere svizzero vive in Puglia sei mesi l'anno e si gode il suo Lecce a fari spenti, senza apparire troppo. Partito investendo nel club giallorosso 750 mila euro, l'uomo d'affari ad oggi possiede il 35% della società ed è il maggior azionista.
In un'intervista al Corriere della Sera ha spiegato il suo ingresso nell'US Lecce, nel gennaio 2018, che fu molto soft: "Non avevo mai investito nel calcio, né ci avevo mai pensato".
Ma galeotto fu un lungo corteggiamento: "Per le mie attività lavoravo con Banca Generali. Uno dei manager dell'istituto è Corrado Liguori, vice presidente del Lecce. Per 3 mesi ha continuato a chiedermi di investire nel Lecce. Alla fine ho ceduto, rilevando il 15% del club per 750 mila euro".
Oggi de Picciotto è diventato il primo azionista: "Ho prima raddoppiato la partecipazione, dal 15 al 30%, e poi sono cresciuto al 35%, per un investimento complessivo salito a 6 milioni. Ma il mio ruolo è limitato a mettere capitali, quando necessario, e dare consigli. L'anno scorso è stata mia l'idea di mettere sul piatto un extra budget nonostante fossimo stati appena promossi in B. Con sole 19 squadre anziché 22, ho capito che sarebbe stato possibile arrivare in A".
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