L'ultima idea per salvare la Serie A: giocare tutte le partite in una sola città
Sarebbe l'ultima follia pensata dai vertici della Serie A per concludere il campionato: gare giocate tutte nella stessa città per contenere gli spostamenti e tenere tutti sotto controllo. Nessun accesso a tifosi e giornalisti per tutta la durata della competizione.
E' l'ultima idea venuta in mente per cercare di risolvere il problema che in Serie A sta destando maggiori preoccupazioni: riprendere o meno il campionato 2019/20. Secondo Repubblica.it, la mandrakata sarebbe quella di portare tutte le squadre della A in una sola città, che potrebbe essere Roma. Nella capitale alloggeranno tutti i club e gli arbitri in una sorta di ritiro più isolamento per la durata di circa un mese e mezzo, quanto cioè rimarrebbe per concludere la competizione.
In questo modo si riuscirebbe, secondo questa ipotesi, ad utilizzare un livello massimo di controllo e profilassi assicurando il prosieguo della competizione con tranquillità e senza il timore di contrarre nuovamente il virus. I giocatori dovranno utilizzare dunque le mascherine e sottoporsi a test sierologici. Alle gare non potranno assistere neppure i giornalisti che saranno costretti a lavorare da casa sfruttando, probabilmente, le dirette TV.
Si può fare?
Resta da capire la fattibilità di questa ipotesi. Non ci saranno solo le gare, sulle quali interverremo nelle prossime righe, ma alloggio e allenamento che sono le priorità dei club. Ci sono a Roma 20 strutture che possono adeguatamente ospitare le squadre? Si intendono quelle strutture dotate di palestra e almeno un campo d'allenamento adeguato. Oppure sarà consentito alle Società di fare il ritiro anche nei paesi dell'hinterland? La questione stadi poi non è da sottovalutare. Servirebbero almeno 10 campi di gioco con misure regolamentari e dotate di impianti di illuminazione sufficientemente adeguati agli standard richiesti da Sky. Altrimenti si rischierebbe di giocare la sera (perché immaginare di giocare prima delle 18 a Giugno e Luglio sarebbe follia) con illuminazione inadeguata. Quanti impianti a Roma possono ovviare a questo inconveniente? Tolto l'Olimpico, forse il Flaminio potrebbe venire incontro a questa esigenza. Si tratta di uno stadio utilizzato dal rugby per il Sei Nazioni. A questo si potrebbe aggiungere lo stadio Tre Fontane, dove gioca la Roma Femminile, ma sarà uno dei tanti casi con misure del terreno adeguate e illuminazione insufficiente a meno che non si voglia derogare anche alla qualità delle immagini trasmesse dalle emittenti.
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