Petriccione: "Mio padre carabiniere e d.s. per hobby. Adesso..."
Il centrocampista del Lecce, Jacopo Petriccione, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per parlare di futuro e non solo.
Questo il suo pensiero: "Il mio rapporto con Liverani? È un maestro straordinario. Da ex centrocampista, mi spiega i segreti del ruolo. Il mister ha ancora un piedino da fuori-classe, in allenamento regala spettacolo".
Petriccione continua e spegne le voci di calciomercato: "A Lecce sto benissimo e devo tanto alla società. Da bambino, andavo allo stadio Friuli e quell’Udinese era protagonista anche in Champions League. Dico solo che a Udine sarei di casa. Resto, però, concentrato sulla salvezza del Lecce, sperando che si possa concludere il campionato. Il mio compagno e avversario più forte? Ciccio Brienza. Nel Bari, a quasi 40 anni, si allenava con un entusiasmo incredibile e in campo faceva cantare il pallone. Sempre a proposito di piccoletti, in Serie A ho incrociato Papu Gomez, immarcabile e anche tosto a livello fisico".
Il giallorosso conclude raccontando la sua esperienza calcistica lontano da casa: "Il primo anno a Cagliari. Negli allievi nazionali solo io non ero sardo e un po’ mi avevano preso di mira. Qualche volta ho trovato il letto bagnato… Ma in campo mi facevo valere, da trequartista. Dopo la cessione dalla Fiorentina al Bari, ho cominciato la scalata, rendendo felici i miei genitori, Vito e Sabrina. Papà, carabiniere, si divertiva a fare il d.s. e l’allenatore a livello giovanile; quest’anno ha abbandonato il calcio per seguirmi da tifoso".
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