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A Lecce è entrato nel novero delle leggende, uno dei protagonisti del calcio giallorosso degli anni Ottanta. Lì sono nate le figlie, lì ha giocato per quattro anni e lì torna appena può. Ma Ricardo (con una sola c) Paciocco, classe 1961, è abruzzese a tutti gli effetti, malgrado sia nato a Caracas, in Venezuela, da una famiglia di emigranti. Nel Salento è stato dal 1983 al 1986 e poi nel 1988-89: cinque stagioni di cui quattro in B e una in A. Oggi vive a Vacri ed è titolare di una agenzia di investigazione e sicurezza. Fino alla passata stagione ha allenato in Prima categoria, a Giuliano Teatino. In un'intervista a il 'Centro" ha spiegato perché a Lecce è ancora ricordato come un idolo: "Forse, perché ho fatto parte di un altro calcio in cui l’attaccamento ai colori sociali e dare sempre il massimo erano degli imperativi". Solo? "Beh, ho segnato il gol della prima salvezza in serie A. Era il 1989, il 25 giugno, ultima giornata. Vincemmo 3-1 contro il Torino condannandolo alla retrocessione dopo quasi 30 anni. Eravamo 2-1 a pochi minuti dalla fine, stavamo soffrendo: rubai palla a Sabato nella lori metà campo e tirai subito, beffando Terraneo fuori dai pali. E lì lo stadio esplose dalla gioia. Fu veramente una grande festa". Altri tempi. "C’era Mazzone in panchina. Andai nel Salento nel novembre del 1983. Io ero al Milan. Mi chiamò Ramaccioni, il ds, e mi disse di parlare con il Lecce. “Fai tu Paciocco senza assilli”, mi disse. Ero a Milanello e vennero il presidente Jurlano e il ds Cataldo. In 15’ ci mettemmo d’accordo e fu la mia fortuna". Perché? "A Lecce sono stato da Dio. Pubblico favoloso, città godibile. 30-40mila persone allo stadio. La curva quando cantava la Zanzara ondeggiava e dava sempre la sensazione di muoversi. Passione ed entusiasmo. Ogni domenica la gente ti venerava all’uscita dallo stadio. Laggiù ho trovato una seconda famiglia". Era il Lecce di... "C’erano Barbas e Pasculli, tra gli altri. Ricordo Conte, Moriero e Garzya che erano nella Primavera. Erano ragazzini e li ricordo con grande piacere". Oggi invece... "Il calcio è cambiato. Però, Lecce è Lecce". Quindi? "Sta facendo bene. Ha l’entusiasmo della neopromossa che non vuole fermarsi. Viaggia sulle ali dell’entusiasmo. Va forte". Domenica ci sarà Lecce-Pescara con quasi 20mila spettatori al Via del Mare. "Conosco quello stadio, so che cosa può darti la carica della gente. Sarà dura per i biancazzurri". Tiferà Lecce? "Io tifo per tutte le mie ex squadre. Però, c’è di mezzo il Pescara che rappresenta la mia terra. E, detto francamente, sarei felice se tornasse in serie A per vedere dal vivo questi campioni che vanno in giro oggi. E poi sta facendo bene il Pescara, ha vissuto tutta la stagione nei primissimi posti. Sarebbe un peccato mollare adesso". Quindi? "Spero in un risultato che accontenti entrambi le squadre, spero soprattutto che siano felici a fine stagione".
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