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È arrivata, l'aspettavamo e puntuale è giunta la sconfitta contro l'Inter a Milano. Ma non è giunta da sola, perchè ci sono una serie di considerazioni da fare e non tutte sono positive, elementi che hanno danneggiato il Lecce più della confitta. Prima considerazione: dei direttori di gara che attendono di arbitrare il Lecce per fare i “fenomeni” non ne possiamo più e dopo entreremo nel dettaglio.

Seconda considerazione: il Lecce ha una sua identità di gioco e l'ha dimostrato anche contro i vice campioni d'Europa.

Terza considerazione: D'Aversa o chi per lui deve mettersi d'accordo con se stesso e spiegheremo il perchè secondo quelli che sono i nostri intendimenti, sicuramente non autoreferenziali, ma dettati essenzialmente dalle parole del tecnico.

Direttore di gara

Marcenaro aveva fatto una sola cosa buona nell'arco della partita, però ha cambiato idea e parliamo del rigore che aveva assegnato al Lecce. Quanto più lo rivediamo tanto più realizziamo che non solo fosse rigore, ma anche un intervento volontario. Da considerare che la punizione da cui scaturisce il gol dell'uno a zero viene da un non fallo di Gonzalez, perchè il suo tocco di mano, se pure avvenuto e non ne siamo sicuri, è un abbaglio: il braccio è conforme al corpo. Dopo possiamo discutere dell'ammonizione gratuita data a Gonzalez ed a Pongracic per due pestoni, ma non è stata sanzionata quella subita da Ramadani nella quale il calciatore interista non è stato ammonito. Due pesi e due misure, quando ad un arbitro giovane viene permesso di arbitrare una big in casa contro una piccola è sempre vittima di timore riverenziale (speriamo inconscio). 
 

Arbitro Marcenaro

Discutiamo anche dell'espulsione diretta comminata a Banda per una parola di troppo, seppur offensiva; non si capisce il motivo per cui non sia stato estratto il cartellino giallo e nel caso di protesta reiterata anche il rosso. Così, come dicevamo prima, si danneggia non solo la partita (ormai si era sul due a zero e mancava poco) ma anche il giocatore ed il Lecce per la prossima gara.

Identità di gioco

La squadra ha dimostrato anche a Milano, quando ha potuto, di avere le idee chiare sulle modalità con cui vuole interpretare le partite e probabilmente dalla sfida contro l'Inter meritava qualcosa in più.
È chiaro che esistono anche gli avversari ed in questo momento quelli affrontati sono i più forti del campionato; però anche l'Inter ha avuto bisogno degli “aiutini” che sono venuti dalla squadra arbitrale.

Roberto D'Aversa

Ci viene da pensare che abbia una bella testa dura, nello stesso tempo, probabilmente, il fatto di dover essere in tribuna ha rallentato le comunicazioni tra lui e la panchina. Sicuramente non quelle della formazione iniziale: mettere Oudin e Gonzalez immediatamente titolari ti danneggia enormemente perchè mentre i due sono (sulla carta) più forti nella fase di possesso; allo stesso tempo essendo il centrocampo il cuore della squadra lo costringono a soffrire enormemente e gratuitamente in quella di non possesso.

Secondo il nostro parere accanto a Ramadani deve giocare Kaba tutta la vita e se il francese è impossibilitato ci deve essere Blin, mai Gonzalez, il quale può giocare più avanzato al posto di Oudin. Non perchè ci sia antipatico lo spagnolo, anzi,  ma proprio per le attitudini di gioco che ha, ben riconoscibili che non sono utili accanto a Ramadani, anzi lo danneggiano. Il Lecce che abbiamo potuto vedere dall'ingresso di Kaba in poi è sembrato un'altra squadra, una formazione che ha messo alle corde l'Inter e che meritava anche il gol. Altra pecca: nel momento di massima pressione del Lecce andava inserito Sansone in tempo, perchè Oudin non ne ha beccata una, né come mezz'ala e neanche come ala, una serata del tutto negativa per il francese che però è rimasto colpevolmente in campo, praticamente per tutta la partita. Aggiungiamo che come accaduto contro il Frosinone, per qualche minuto, si potevano rischiare anche le due punte ed invece non si è avuto coraggio, ce ne dispiace.

Nella prossima a Bergamo la squadra sarà orfana sia di Banda che di Pongracic, nella speranza che possa recuperare Pontus Almqvist, ma questo non dev'essere un alibi. Le partite vanno giocate tutte, al meglio delle possibilità, perchè il campionato è durissimo ed il ritrovarsi con un margine ridotto dalla zona retrocessione è un attimo. Il Lecce è in serie A, però abbiamo visto come anche in questo campionato dai valori ben definiti, tra alcune squadre ed altre, può capitare di tutto, anche che il piccolo Lecce possa vincere partite insperate. Nulla è scritto e questa salvezza possiamo scrivercela da soli, come lo scorso anno, senza fissazioni inutili però, che ti fanno perseverare con alcune scelte che non pagano.

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