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Il giudice ha ritenuto infondate le accuse dell’ex marito, che voleva vendicarsi per la fine della relazione

LECCE - Un processo durato quattro anni si è concluso con l’assoluzione di una coppia accusata di aver percosso, offeso e minacciato i due figli minorenni della donna, frutto di una precedente relazione. Il giudice della prima sezione penale del tribunale di Lecce Fabrizio Malagnino ha pronunciato il verdetto “perché il fatto non sussiste”, riconoscendo che le accuse erano state costruite ad hoc dall’ex marito, che non si rassegnava alla nuova vita della sua ex compagna.

La difesa, rappresentata dall’avvocata Benedetta Frezza, ha sostenuto che gli episodi denunciati non erano mai avvenuti e che i bambini, all’epoca di sette e nove anni, non avevano confermato le violenze subite durante l’incidente probatorio. Al contrario, avevano dichiarato di avere ricevuto solo dei rimproveri e delle punizioni normali da parte della madre e del suo nuovo compagno.

Le atroci accuse dell’ex coniuge

L’ex marito, assistito dall’avvocata Maria Greco, aveva raccontato una serie di fatti atroci ai danni dei suoi figli. Secondo la sua versione, il patrigno avrebbe legato uno dei bambini con una corda alla maniglia di una porta e lo avrebbe sollevato da terra; in altre occasioni, si sarebbe posizionato con le ginocchia sul torace dei minori, rendendo difficoltosa la respirazione; avrebbe anche imposto loro di stare seduti immobili sul divano per tutta la giornata e di alzarsi solo per mangiare e andare in bagno. Inoltre, non avrebbe esitato a prenderli a schiaffi, calci, pugni, a strattonarli, tirar loro i capelli e picchiarli con un battipanni.

Oltre alla violenza fisica, ci sarebbero state anche le minacce e le offese del tipo “Apparecchiate se no vi appendo al muro”, “Se parlate mando vostro padre all’ospedale”. Queste accuse avevano portato all’apertura del procedimento penale per maltrattamenti, percosse e abuso dei mezzi di correzione e all’allontanamento del nuovo compagno dall’abitazione familiare.

La testimonianza della madre

Durante il processo, sono stati ascoltati tutti gli operatori dei Servizi sociali, acquisite le relazioni sociali, le dichiarazioni degli insegnanti dei bambini, l’interrogatorio del compagno e la testimonianza della madre. Quest’ultima ha raccontato l’inferno in cui ha vissuto per avere avuto la colpa di avere deciso di troncare la relazione con il padre dei suoi figli, ossessionato da lei e dalla promessa che le aveva fatto quando aveva deciso di lasciarlo: rovinarle la vita.

L’avvocata Frezza si è detta soddisfatta dell’esito del giudizio e ha dichiarato a Lecceprima: “Ci sono voluti quattro lunghi anni ma il giudice ha creduto alla madre e al buon lavoro dei servizi preposti al controllo ed alla tutela dei bambini. Orgogliosa di indossare la toga che, attraverso l’impegno e la fiducia nella giustizia, contribuisce a stanare chi utilizza la denuncia per vendetta e per scopi personali. Perché in attesa della motivazione, si può certamente affermare che la lettura di tutti gli atti è stata finalmente letta e interpretata attraverso una più ampia, profonda valutazione, quella della evidente inattendibilità del padre dei minori, il quale non avendo mai accettato la fine della relazione con la sua ex, ancor di più, la convivenza della stessa e dei propri figli con il nuovo compagno, ha tentato di distruggere la figura materna e, con essa, la nuova relazione che la ex aveva intrapreso, strumentalizzando i propri figli.”

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