De Picciotto torna a parlare. L'azionista di maggioranza del Lecce: "Vorrei una società ancora più organizzata"
L’azionista di maggioranza dell'US Lecce, Renè De Picciotto, parla e si fa vedere poco ma quando lo fa dice quello che pensa senza peli sulla lingua. L'uomo più importante del club giallorosso si è concesso al Nuovo Quotidiano di Puglia.
Questo il suo pensiero: "Pensare di giocare le ultime dodici partite senza la presenza del pubblico sugli spalti mi sembra davvero poco interessante. Per questo, io avrei chiuso la stagione qua e mi sarei concentrato sulla ripartenza in condizioni di sicurezza migliori rispetto a quelle attuali. So bene però che il rapporto tra gli italiani e il calcio è come un amore romantico e maniacale. Mi piace ci tare Winston Churchill: «Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e persone le guerre come se fossero partite di calcio». Ripeto, io avrei fermato tutto dopodiché mi rendo conto che ci sono troppi interessi economici in ballo, le situazioni delle società sono molto diverse. Quella del Lecce, grazie a Dio, è buona: la società è sana nonostante gli investimenti fatti nella scorsa stagione. Però non abbiamo fatto follie e soprattutto non ci siamo indebitati. Arrivati in Serie A, ci siamo organizzati meglio con un settore finanziari più forte. A fine stagione, siamo tutti ‘d’accordo sul fatto di migliorare la struttura della società per il futuro qualsiasi sia il risultato sportivo. Partendo dal fatto, che se non si gioca, il Lecce resta in Serie A altrimenti proveremo a conquistare la salvezza sul campo. In tutti i casi, l’obiettivo è cercare di portare eventuali perdite più vicino possibile allo zero anche se, va detto ci sono delle variabili legate ad esempio agli introiti derivanti dai diritti tv, Lega e sponsor che in alcuni casi potrebbero venir meno. La situazione è abbastanza complessa ma Saverio Sticchi Damiani la sta gestendo davvero molto bene e confido nel suo lavoro. Come vedo strutturato il Lecce come società? Io ho detto la mia. Vorrei una società ancora più organizzata e con ambizioni in linea con la misura della città. Lecce ha circa 100 mila abitanti e qui non si possono fare miracoli anche perché non ci sono tanti denari disponibili. Quest’anno con la promozione in A siamo riusciti a mettere a posto lo stadio, rendendolo un tantino più confortevole, a fronte di una spesa di circa 5 milioni di euro, a carico nostro. Ora ci rimane da sistemare la tribuna est e in questo caso ci vorranno altri 3 milioni. Purtroppo, siamo soli a farlo. Speriamo di firmare quanto prima la convenzione con il Comune di Lecce che c i darà la possibilità di gestire altri venti. Diciamo che i progetti ci sono e sono pure importanti, ora bisogna capire quale sarà la nostra categoria nella stagione sportiva 2020-21. Puntare sui giovani? Io sono favorevole a tutte le iniziative rivolte al futuro e ai giovani anche perché non penso che come gruppo societario abbiamo la forza economica per commettere passi falsi. Il Lecce non può sperperare i suoi soldi, si può fare tutto ma sempre ragionevolmente e contando sui mezzi finanziari a disposizione, dando secondo me priorità ai giovani inseriti in un gruppo con un po’ di anziani. Non ci appartiene il grande colpo da mettere a segno in chiusura di mercato. I rapporti con gli atri soci continuano ad essere molto buoni, con tutti. Ciò non toglier però che Saverio Sticchi Damiani è il più attivo del gruppo, fa tante cose e le fa anche bene. Io cerco di dargli una mano, gli do alcuni consiglio soprattutto su quella che sono gli aspetti aziendali del club. Anche gli altri soci fanno la loro parte. Messaggio ai tifosi? Dico una cosa molto semplice. Mi ha colpito il calore di questa tifoseria. Mi ha colpito il calore di questa tifoseria, i supporter hanno sempre sostenuto la squadra e la società. Mi auguro continuino così. Io francamente ricordo ancora il giorno in cui, battendo lo Spezia abbiamo festeggiato la promozione in Serie A. Per la prima volta. sono sceso sul terreno di gioco mi sono emozionato moltissimo quando sono arrivato sotto la curva nord. E’stata una sensazione che non avevo mai provato prima”.
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