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"Passano gli anni ma alcune certezze restano e tra questa la totale inadeguatezza della Regione nella gestione dei rifiuti. Anche oggi l'assessore Stea ci ha rassicurati sul piano rifiuti, a suo dire pronto ad arrivare in Consiglio a fine mese. Speriamo che sia la volta buona, visto che da più di un anno ci sentiamo ripetere la stessa storia. Anzi, già in campagna elettorale cinque anni fa Emiliano prometteva il nuovo piano rifiuti. Oggi in una situazione emergenziale in cui dobbiamo fare i conti anche con l'aumento di rifiuti speciali generati dal maggiore utilizzo di mascherine e guanti e con le problematiche connesse al loro smaltimento serve un netto cambio di passo da parte della Regione, affinchè si provveda a definire soluzioni efficienti e sicure per la manipolazioni di questi rifiuti da parte degli operatori, per informare i cittadini sul loro corretto smaltimento, per ridurre i rischi e i costi di gestione dei rifiuti sanitari negli ospedali e per pensare ad una filiera per il loro recupero dei DPI". Lo dichiara il consigliere del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi a margine dell'audizione in Commissione V del direttore generale dell'Ager Gianfranco Grandaliano e dell'assessore all'Ambiente Gianni  Stea sulla gestione del sistema rifiuti nel periodo emergenziale e post, causato dal Covid19.

"Attualmente - incalza Trevisi - i DPI che i cittadini utilizzano sono conferiti nell'indifferenziato in quanto non riciclabili e quindi nella maggior parte dei casi andranno ad alimentare discariche e inceneritori. L'impatto di tutte queste mascherine e guanti rischia di unirsi a quello della plastica monouso. È necessario ripensare tutta la filiera: visto che gradualmente aumenterà la produzione locale e nazionale di DPI sarebbe opportuno sostenere ricerche e studi in grado di individuare soluzioni sostenibili, al fine di produrre DPI con materiali facilmente recuperabili. Dall'inizio della legislatura abbiamo presentato proposte di legge per contribuire a gestire in modo efficiente dal punto di vista economico e sostenibile dal punto di vista ambientale i rifiuti, come la proposta di legge, presentata dalla consigliera Antonella Laricchia nel 2017, per finanziare un progetto pilota volto alla realizzazione di un impianto di sterilizzazione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo all'interno di una struttura sanitarie pubblica. Il progetto proposto, alla luce dell'emergenza sanitaria da Covid-19, avrebbe rappresentato la soluzione migliore per gestire nel modo più sicuro, efficiente e razionale almeno la grande quantità di rifiuti sanitari a rischio infettivo prodotti negli ospedali, aumentati in modo significativo con l'epidemia da Covid-19. Come previsto dal DPR 254/2003, la sterilizzazione in loco permette di trasformare, direttamente nella struttura ospedaliera, il rifiuto speciale pericoloso a rischio infettivo in rifiuto assimilato al rifiuto urbano, riducendo peso e volume e i costi di smaltimento. Inoltre, la sterilizzazione on-site permette di stoccare i rifiuti che hanno subito il processo di sterilizzazione per lunghi periodi in quanto resi inerti e ridotti di peso e volume, riducendo in questo modo la movimentazioni di mezzi pesanti per il ritiro frequente dei rifiuti infettivi e i rischi sanitari connessi alla loro manipolazione. Le soluzioni per ridurre i costi legati alla gestione dei rifiuti e proteggere l'ambiente sono tante, basta saper cogliere le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica, ma forse a una Giunta che da cinque anni naviga a vista e che si è distinta per una gestione dei rifiuti totalmente fallimentare, è davvero chiedere troppo".

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