10 motivi per credere nella salvezza del Lecce
Il Lecce di mister Liverani è una delle squadre immischiate nella lotta per non retrocedere. Una battaglia lunga e dura che, fino alla fine della stagione, può riservare diverse sorprese. Al momento, dopo 20 partite di campionato disputate, i salentini sarebbero salvi, forti di un quartultimo posto conquistato con fatica e sudore sul campo, con un punto di vantaggio sul duo Spal e Brescia. Anche se il campionato è ancora lungo ci sono molti motivi per credere nella salvezza della squadra di Liverani.
La personalità
Il Lecce è una squadra che dimostra di avere personalità da vendere. Lo ha dimostrato anche nell’ultima gara di campionato contro la corazzata Inter di Antonio Conte. I giallorossi, sotto nel punteggio, non solo sono riusciti a trovare il pareggio con un gol del solito Mancosu, ma hanno addirittura sfiorato la vittoria con una punizione pennellata di Falco che ha scheggiato il palo alla destra di Samir Handanovic. Una neopromossa, sì, ma che non ha paura di imporsi contro una squadra molto più forte come l’Inter di Conte.
I numeri
Nel calcio, come sappiamo, contano i numeri. E questi sembrano essere dalla parte del Lecce. La squadra, fino a questo momento, ha segnato 22 gol, di cui 12 dal 60esimo al 90esimo. Questo dato va però considerato insieme ai gol subiti, ben 38, che fa del Lecce la peggior difesa della Serie A. Spesso la squadra di Liverani si trova a dover recuperare e nei minuti finali il tecnico riversa in campo attaccanti e giocatori offensivi. La squadra è anche al terzo posto nella classifica delle parate: la difesa insomma non funziona proprio. Il rendimento parla di 4 sconfitte consecutive con 2 soli gol fatti, entrambi nella sconfitta per 3-2 col Bologna. Se il mister riesce a sistemare la retroguardia, la situazione potrebbe diventare più rosea.
La qualità a centrocampo
Il centrocampo è il punto di forza di questa squadra. Non solo grazie a Mancosu, bomber dei salentini, ma anche grazie a Jacopo Petriccione. Il play è abile a giocare da mezzala e contro l’Inter ha sfornato una prestazione sontuosa: nettamente il migliore in campo. Qualità, geometrie, personalità e sombrero ai danni di Brozovic con uscita palla al piede. Una performance che attesta la sua immensa crescita e che consente al Lecce di proseguire la propria corsa nella lotta salvezza.
Una squadra camaleontica
La squadra salentina ha dimostrato di potersi adattare a qualsiasi avversario. Contro i nerazzurri Liverani ha deciso di cambiare il modulo di gioco della squadra schierandosi quasi a specchio con i nerazzurri con una sorta di 5-3-2 con davanti due prime punte di ruolo e alle spalle il centrocampo guidato da un sontuoso Petriccione. Che sia stata una formazione dettata dalla partita lo ha detto anche Liverani, sia per le assenze sia per l’avversario, dunque si tratta di uno schema che potrebbe riproporre in situazioni simili. D’altronde la società è pronta a chiudere per Saponara quindi il trequartista sarà ancora il fulcro dello scacchiere di Liverani. In questo modulo ha funzionato anche la difesa ed i terzini sono stati più liberi di proporsi in avanti arrivando al cross o al tiro come accaduto a Rispoli.
La grinta
Oltre al carattere il Lecce dimostra di avere grande grinta in mezzo al campo, caratteristica fondamentale per una squadra che vuole salvarsi. La squadra non si è mostrata preoccupata dell’avversario che aveva di fronte ed ha tirato fuori la giusta personalità per portarsi in avanti anche partendo da dietro e facendo girare la palla. Ha difettato, in alcuni casi, in troppa frettolosità negli ultimi metri ma è stata apprezzabile la costruzione della manovra che caratterizza la squadra di Liverani. In ciò, come detto, è stato importante l’apporto di Petriccione in cabina di regia che fatto girare il pallone con qualità oltre ad essere stato molto più dinamico ripagando la scelta di Liverani di farlo partire titolare.
Gabriel, una sicurezza
Uno dei punti forza di questa squadra è il portiere brasiliano Gabriel. Non a caso è il terzo portiere della Serie A per parate effettuate in questo campionato. L’ex Carpi e Napoli si è dimostrato decisivo nella sfida con l’Inter, così come nel resto delle partite della stagione. Una sicurezza.
La favola Mancosu
Il campionato sta regalando numerose gioie al capitano giallorosso Mancosu. Quella del centrocampista sardo sembra una favola, alla quale stenta a credere anche il protagonista principale. Fino a qualche anno fa segnare contro entrambe le contendenti allo scudetto era qualcosa di troppo grande perfino da sognare, eppure è accaduto per davvero. A 31 anni Mancosu si è preso il palcoscenico della serie A, dopo aver calpestato per tante stagioni i campi sfatti delle serie inferiori.
La salvezza è dunque possibile, lo dice la classifica e lo dicono anche gli esperti di NetBet Italia con le loro quote. Certo, nulla è scontato, bisognerà lottare fino alla fine, ma la prestazione fatta contro l’Inter lascia senz’altro ben sperare per la seconda parte di stagione.