Sono tifoso del Lecce, infermiere e lavoro nella zona rossa: "Un paziente ha riaperto gli occhi, è tifoso della Dea e prima o poi ci abbracceremo"
Ci scrive Eugenio Ditano, infermiere di 47 anni originario di Fasano e da 30 anni residente a Milano, quella che oggi è definita da tutti come la zona rossa del contagio da Covid-19. "Sono un infermiere e lavoro in terapia intensiva", comincia così la sua mail carica di speranza e di colorata di giallorosso. "Sono uno sportivo da sempre. Oltre ad essere un maratoneta sono amante del calcio e sono tifosissimo del Lecce dalla nascita. Amo questi colori e fanno parte della mia vita".
Negli ultimi due mesi la vita di tutti noi è cambiata, ma per chi lavora negli ospedali della zona rossa la vita è stata letteralmente sconvolta: "La mia vita è cambiata il 22 Febbraio. Ero a Siviglia per una maratona, ma sul cellulare ricevevo messaggi dai miei familiari ed ho capito che in Italia stava succedendo qualcosa di grave. La sera stessa sono rientrato a Bergamo e lì la situazione mi è parsa più chiara".
Eugenio lavora presso l'Istituto Auxologico di Milano, specializzato in cardiologia e neurologia e da poco convertito per accogliere solo i contagiati del Covid-19: "Il giorno dopo il mio rientro in Italia sono tornato a lavoro, da quel momento vivo molte ore in tuta di protezione, casco, guanti e mascherina. Il rischio è altissimo. La paura è tanta. Io e i miei colleghi cerchiamo di non mollare anche se vedere tanta gente in sofferenza è straziante. Anche la mia vita in famiglia è stata stravolta. Adesso evito i contatti coi bambini, ed è la cosa che più di tutte mi rattrista. La mia casa non è grande ed evitiamo tutto, baci e abbracci. Tuttavia si pranza e si cena assieme. Ho paura di contagiarli".
La vita appesa ad un termometro: "Ora sto bene, non ho nessun sintomo come febbre, tosse o dispnea, però non ho mai fatto il tampone e non saprò mai se sono stato contagiato". Tra tanta sofferenza la luce: "C'è anche un lato positivo: due giorni fa un paziente ha riaperto gli occhi dopo 3 settimane di incoscienza. Mi sono commosso. Anche lui. E voleva ringraziarci tutti. Al momento vede solo i miei occhi, ma sono riuscito a modo mio a strappargli un sorriso: ho stampato la mia foto con la sciarpa giallorossa e poi ci siamo presentati, ora siamo diventati amici e ora anche io sono felice. Lui è un tifoso dell'Atalanta e ci siamo promessi un abbraccio quando tutto questo sarà finito".
Infine la sua mail conclude con un saluto a tutti i tifosi giallorossi: "Un saluto a tutti i fratelli giallorossi e forza Lecce...".
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