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È una Domenica pomeriggio di fine Maggio, siamo ad Ascoli, allo stadio “Del Duca”, ed in campo ci sono i padroni di casa ed il Cagliari di Marco Giampaolo, già salvo e sicuro della propria permanenza nella massima serie. C’è un flebile sole che scalda i pochi presenti sugli spalti. I bianconeri sono già retrocessi e giocano solo per evitare l’ultimo posto in graduatoria. Nei sardi è pronto al suo esordio un giovane ragazzo, prodotto del vivaio rossoblu. Ha la maglia con il numero 35 sulle spalle ed il cuore pieno di orgoglio per ciò che si appresta a fare: rappresentare la sua terra in giro per l’Italia. Al minuto 12 del primo tempo arriva l’occasione della vita. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la palla si dirige magicamente verso la testa di Marco che non può non spingerla in rete, segnando all'esordio in Serie A il suo primo goal tra i professionisti. Il Cagliari, poi, perderà quel match ma poco importa, tutto sembra perfetto, quello che è accaduto pare il preludio ad una carriera ricca di successi e soddisfazioni. Segnare a soli 18 anni, con la maglia della propria città e terra, è il sogno di chiunque e, siamo certi, anche quello di Marco Mancosu. Non sappiamo perché la sua carriera, dopo quella marcatura, non sia stata all'altezza delle aspettative. Probabilmente non lo sa nemmeno lui ed ora, francamente, sembra anche superfluo chiederselo. Quel giovane ragazzo con la maglia numero 35 finisce in giro per il Bel Paese. Girovaga tra nord e sud, senza mai trovare la giusta dimensione. Rimini, Empoli, Siracusa, Benevento e Casertana, tanta serie C e poche gioie. Le qualità ci sono, forse quello che manca è la continuità. Lui, intanto, lavora, sempre, anche quando i risultati sembrano non dargli ragione. Sa che può arrivare la chiamata della svolta, è consapevole che il mondo del calcio non si è dimenticato di lui e che, prima o poi, qualche direttore sportivo punterà sulla sua tecnica, dandogli la possibilità di crescere definitivamente. La telefonata tanto attesa arriva, Meluso lo vuole a Lecce ed ai salentini è impossibile dire di no. Mancosu arriva in maglia giallorossa con voglia e curiosità. Sa che non può sbagliare, ha 28 anni e quello potrebbe essere l’ultimo treno della sua carriera. Il primo anno gioca come sa, senza strafare, segna 7 goal tra campionato e Coppa e si fa conoscere dai suoi tifosi. Lo scorso anno, quello della promozione in Serie B, decide di salire in cattedra, esaltandosi in giocate ed accelerazioni di alta scuola e segnando alcune reti fantastiche, grazie ad autentiche sassate da fuori area. "Mancosu non è da B”, si, ad inizio campionato in molti lo hanno detto o, quanto meno, pensato. Liverani no, il tecnico del Lecce, anzi, ha creduto, fin da subito, nelle qualità del centrocampista sardo, schierandolo da trequartista, cosi da poterlo far esprimere al massimo delle sue potenzialità. Il numero 8 ha ripagato a dovere la fiducia del mister, con prestazioni super, ben 13 goal, due dei quali su calcio di rigore, e 6 assist. È una Domenica pomeriggio di metà Maggio. Il sole questa volta è quello del Salento, forte e cocente. Marco scende in campo, ha la 8 sulle spalle e la fascia di capitano al braccio. Intorno trenta mila tifosi sognano di ritornare nel massimo campionato, proprio come lui. Il Lecce vince, Marco corre ed urla insieme a quella che è diventata la sua gente e la sua seconda casa. È Serie A, di nuovo, finalmente. I sogni nei cassetti invecchiano, sui campi da calcio si realizzano.
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