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Il Lecce fa un passo indietro e perde malamente a Bologna; senza schierare le due punte ne prende quattro, non riesce a segnare neanche a porta vuota e rimedia l'ennesima sconfitta in trasferta. Contrariamente a quanto visto contro la Fiorentina la squadra è apparsa immediatamente in ritardo, sia mentalmente che tatticamente. Il Bologna sempre con l'uomo in più riusciva con facilità a superare la "prima pressione" ed aveva vita facile una volta varcata la linea di centrocampo perché Oudin, deputato a pressare su un centrale, ci impiegava troppo a rientrare sulla linea dei centrocampisti lasciandoli in inferiorità numerica. 

Allo stesso modo Banda ed Almqvist non portavano mai il raddoppio di marcatura sui forti esterni del Bologna (al contrario loro lo facevano sempre) che avevano la possibilità di giocarsi l'uno contro uno con Gallo o Venuti riuscendo spesso a superarli. La qualità tecnica degli uomini di Thiago Motta non si discute, ma il Lecce ed il suo allenatore ci hanno messo troppo del loro stavolta. Senza considerare che nella fase centrale del primo tempo Krstovic a porta spalancata, grazie ad una ingenuità della retroguardia avversaria, è riuscito a tirare mandando fuori il possibile pareggio. È andato tutto storto, compreso il solito gol su calcio d'angolo con questo castelletto difensivo sempre posizionato troppo vicino alla porta e che lascia sguarnite le estremità dell'area piccola dove gli avversari vanno comodamente a fare da sponda rimettendo in mezzo palloni pericolosissimi. Si aggiunga anche il buon Falcone, anche lui in un periodo di flessione (oggi sia sul primo che sul secondo gol del rossoblù ci sono responsabilità sue) non salva più il risultato come aveva abituato tutti. 

Contro la Fiorentina avevamo elogiato D'Aversa dicendogli "bentornato mister" ma a Bologna anche le sue scelte, sia ad inizio partita che nelle sostituzioni, non hanno convinto né pagato. Oudin schierato dall'inizio unitamente a due esterni che difendono poco ed una punta centrale è un azzardo, lo sa lui e lo sappiamo noi. Ci sono alcune partite o momenti nell'arco della gara in cui il francese serve, ma ci sono altre gare in cui non deve lasciare la panchina a meno che il risultato non lo richieda espressamente. Questa era una di quelle in cui doveva restare fuori all'inizio, per la forza dell'avversario, per il suo modo di giocare palleggiandoti in faccia e perché se vuoi provare a contrastarli con maggiore intensità lui è l'ultimo che può darti una mano. 
 

Bologna-Lecce

Ma D'Aversa pare non accorgersene ed infatti invece di toglierlo dal campo per mettere la seconda punta (col risultato di 2-0) lo lascia lì e fa le sostituzioni ruolo per ruolo, cioè fa tutto quello che non si dovrebbe fare quando si sta perdendo due a zero e si vorrebbe cambiare qualcosa. Lui non cambia nulla, continua con lo stesso sistema di gioco e come contro la Juventus il Lecce prende altri due gol. A dimostrazione che il campo "parla" molto più delle "fesserie" che si pensano. Che dire di Venuti? Quando si lascia un calciatore ai margini del campo per sempre poi non ci si può aspettare che entri e possa fare "miracoli". La gestione del gruppo, lo diciamo da tempo, dell'intero gruppo, è importantissima perché è quello che ti potrà portare alla salvezza a maggio. Oppure in B. Occhio!

Sconfitta meritata a Bologna, il Lecce deve fare immediatamente il "mea culpa" e concentrarsi sulla prossima. Attenzione che questo campionato non ti aspetta, anche questo lo scriviamo da tempo, poi non vorremmo che qualcuno si stranisse come è già accaduto in passato.

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