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Il Lecce rispetta i pronostici e vince contro il Vicenza, raggiungendo così la vetta della classifica del campionato di serie B, da sola.

La squadra allenata da Marco Baroni ha ormai raggiunto una maturità invidiabile in tutti i suoi componenti che quando chiamati in causa rispondono sempre positivamente dando tutto e facendo capire al tecnico, ma anche agli osservatori esterni, che la totalità della rosa è di prim'ordine. Sia tecnicamente che umanamente. Il gruppo è sano, non ci sono invidie o mal di pancia, si guarda tutti all'obiettivo finale ed il tecnico riesce ad alzare di volta in volta l'asticella della tensione. Questo modo di essere ed interpretare tutte le partite permette a calciatori importanti nell'economia del gioco, magari in condizione non proprio eccellente, di potersi giovare della voglia di fare bene degli altri, riuscendo a dare, anche se con difficoltà, l'apporto sperato.

Contro il Vicenza abbiamo visto elementi non proprio titolari, come Listkowski o Bjiorkegren, chiamati in causa e rispondere alla grande.

Il tecnico giallorosso ha operato una mini rivoluzione nell'undici di base: fermo restando Gabriel in porta, Lucioni e Dermaku difensori centrali, ha alternato i ragazzi sulle fasce, dando spazio nuovamente a Calabresi ed a Barreca; a centrocampo, fatto salvo Hjulmand, ha sostituito le mezz'ali facendo giocare dal primo minuto Faragò e Bjiorkegren, mentre in attacco Strefezza e Coda erano al loro posto con Listkowski preferito a Di Mariano.

Onestamente contro il Vicenza, per ottantacinque minuti, è sembrato di assistere ad una partita d'allenamento; troppa la differenza tra le due squadre anche se il risultato finale (2-1) potrebbe suggerire altro. In realtà il Lecce avrebbe potuto vincere con più gol di scarto, viste le occasioni mancate per un soffio, a volte per superficialità ma anche per sfortuna. Gli ospiti non si sono mai visti nella metà campo giallorossa se non sul finale di partita, quando a causa di un errore della retroguardia si sono ritrovati praticamente in porta, in contropiede.

Gli ultimi minuti, nonostante poi il Vicenza non abbia avuto altre occasioni, neanche pensate, sono stati comunque di tensione, con qualche baruffa di troppo in campo.

I tre punti, come dicevamo, portano il Lecce in vetta ma più di questo (la classifica è ancora troppo provvisoria per poter gioire) consegnano a Baroni nuove scelte da poter fare e qualche certezza in più.

Ora ci sarà la pausa per l'impiego delle nazionali, poi un mese di febbraio di fuoco, pieno zeppo di impegni ravvicinati ed importanti. Il Lecce dovrà farsi trovare pronto, ad iniziare dall'insidiosa trasferta di Como, proprio alla ripresa.

Mancano pochi giorni alla chiusura della finestra di calciomercato invernale e qualche tassello deve andare ancora al suo posto, ma di questo ne parleremo a parte.

Il girone di ritorno, da sempre, è un altro campionato, un girone in cui tutte le squadre mettono nel mirino i rispettivi obiettivi e ogni partita è una battaglia, molto più che nel girone di andata. Il Lecce se vorrà continuare a credere nel suo proposito non dovrà rilassarsi mai. L'abbiamo detto più volte e non ci stanchiamo nel dirlo nuovamente: chi vuole vincere deve superare tutte le prove, i momenti no, le insidie che il percorso per forza di cose porta.

Funziona così se si vuole conquistare il primato, diversamente si torna ad essere “uno dei tanti”.

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