Come si ferma il Como di Fabregas?
La formazione lariana ha dei punti di forza che devono essere necessariamente limitati
Le ultime due sconfitte contro Inter e Roma, subite entrambe fuori casa, hanno ridimensionato un cammino, fino a quel momento, quasi perfetto fatto di vittorie, di gol, di giocate d’alta scuola e giovani emergenti da lanciare.
Stiamo parlando del Como di Fabregas, di una favola calcistica finanziata da uno dei Paperoni del calcio mondiale, di una società che ha investito fior di milioni di euro per accaparrarsi giovani talenti da ogni dove - soprattutto in Spagna - strappandoli anche alla concorrenza di top club acclamati.
La domanda che questa mattina ci siamo posti e vi abbiamo posto è quella che leggete nel titolo e che vi riproponiamo adesso: come si ferma il Como di Fabregas?
Un modo c'è
Non siamo tecnici e non abbiamo il patentino di allenatore, eppure vediamo le partite e sviluppiamo uno spirito critico che ci permette di provare ad immaginare i modi per bloccare i punti di forza di una squadra che fa del possesso palla il suo mantra, alla ricerca del pertugio giusto dopo aver sfiancato l’avversario con passaggi e capovolgimenti di fronte continui.
La stella è Nico Paz ed il centrocampo giallorosso dovrà essere abile a limitarlo, ad evitare che possa avere tempo e spazio per pensare ed inventare. Un giocatore con le sue caratteristiche tecniche e la sua velocità di pensiero può fare male in qualsiasi momento, sia con assist al bacio per i compagni, sia con conclusioni da fuori.

I punti di forza da bloccare
Prendendo da esempio l’ultima partita contro la Roma, però, abbiamo notato come i lariani vadano in difficoltà quando vengono aggrediti con una pressione alta fin dalla propria area di rigore.
Lì dietro non hanno un vero e proprio regista difensivo ed allora un pressing fatto con i tempi giusti può permettere alla squadra avversaria di recuperare palla vicino la porta e poi provare a concludere a rete con maggiore facilità.
Altro punto di forza riguarda le corsie esterne. Terzini e laterali offensivi attaccano e si sovrappongono che è una bellezza e, pertanto, sarà necessario evitare di lasciare spazi a questi interpreti, cercando di non concedere mai l’uno contro due ma, anzi, provando sempre a raddoppiare la marcatura.
Modello? Ma quale modello…
Sarà una partita difficile, come contro una big. Il Como, in realtà, per qualità della rosa e potenza economica è ormai a tutti gli effetti una grande del nostro calcio. Il Lecce dovrà giocare una gara tatticamente perfetta, nonostante qualche assenza pesante ed un centrocampo praticamente inedito, per regalarsi un finale di 2025 da ricordare.
Al di là di come andrà questa partita, il Lecce potrà dimostrare a Fabregas che quanto costruito in questi anni nel Salento rappresenta davvero un modello di gestione e di crescita di un club. Costruire con risorse infinite è facile, farlo attraverso idee e competenze costa più fatica. Va bene parlare di progetti ma i modelli non sono tali se non possono essere replicati.






