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Nonostante il passivo pesante (0-4) paradossalmente stavolta il Lecce è “sceso in campo”, mettendo dentro le sue idee di calcio e non meritava una sconfitta così rotonda. Detto questo non si possono sottacere i meriti del Napoli; d'altronde sono i campioni d'Italia in carica, sono in ripresa e godono di una rosa di grande qualità. I campani hanno accettato la sfida lanciata dai giallorossi che però nulla hanno potuto contro la tecnica e la capacità degli “azzurri” di dettare i ritmi del gioco, di attaccare con scambi precisi e fatti in velocità. Di contro il Lecce non meritava assolutamente una sconfitta così netta, sicuramente un paio di gol erano nelle sue corde (uno annullato a Strefezza) e ha pagato un carissimo prezzo le disattenzioni; pensiamo alla solita amnesia su calcio da fermo (parliamo del primo gol subito), poi la leggerezza con cui si è persa palla nella zona offensiva, senza la pressione degli avversari, con regalo gradito e contropiede fulmineo dei partenopei che hanno siglato il raddoppio. Chiaramente sullo 0-2 il Lecce si è riversato in avanti senza però riuscire ad incidere e gli altri due gol sono stati una diretta conseguenza della voglia di recuperare.

D'Aversa ha dovuto fare ancora a meno di Banda ed in questa partita anche di Kaba, ingiustamente espulso a Torino. Ha messo la solita linea di difesa con Gendrey e Gallo sugli esterni, Baschirotto e Pongracic al centro davanti a Falcone; a centrocampo Blin ha sostituito Kaba, mentre Rafia e Ramadani erano al loro posto; in avanti Krstovic centrale con a destra Almqvist ed a sinistra Strefezza. La partita è stata vivace e le squadre si stanno affrontando a viso aperto, sia il Napoli che il Lecce hanno prodotto grande intensità, pressione sulla costruzione dal basso ed incursioni veloci. I giallorossi hanno fatto molti errori tecnici, alcuni davvero gratuiti, mentre i campani hanno sbagliato quasi niente.

Ad un certo punto i “giri” delle rispettive manovre sono fisiologicamente calati, soprattutto da parte degli uomini di D'Aversa ed è qui che è venuta fuori la qualità degli ospiti. A ritmi alti il ​​Lecce può competere con chiunque, quando si abbassano invece è destinato a soffrire sempre. E' ovvio che nessuno può pensare che una squadra possa avere la medesima intensità nell'arco della stessa partita, bisogna rifiatare per forza, ma il Lecce deve crescere sotto questo aspetto perché nelle fasi della gara in cui tira il fiato dev'essere in grado di compattarsi perfettamente, cercando di diventare ermetico.

A ritmo ridotto il Napoli ha iniziato a dettare la cadenza, fatta di accelerazioni improvvise quanto di tocchi laterali sempre precisi, scambi rapidi a far girare a vuoto il tentativo di pressione dei giallorossi, mandandoli fuori tempo. Questo ha comportato che mettersi “a caccia” del pallone è diventato molto dispendioso, finchè i salentini non hanno finito le risorse energetiche e neanche le sostituzioni operate dal tecnico sono riuscite a cambiare l'inerzia dell'incontro.

Una sconfitta netta dicevamo, venuta nella terza delle tre partite ravvicinate, stavolta senza rammarico perchè mai come in questa partita la forza degli avversari è stata visibile, non come in quella persa a Torino contro la Juventus.

Ora non ci si deve abbattere, perchè perdere contro i campioni d'Italia e contro i bianconeri ci sta e non dev'essere un dramma. Pensiamo soprattutto ai giovani componenti della rosa giallorossa, alcuni di loro alla prima esperienza in serie A.

La bravura dopo due sconfitte consecutive sta in due fattori, entrambi mentali: il primo è quello di capire quali siano state le pecche, gli errori evidenti fatti durante la gara, metabolizzarli cercando di non ripeterli più; la seconda sta nella capacita di “dimenticare” la sconfitta pesante e voltare subito pagina cercando l'immediata concentrazione sul prossimo impegno che, dopo due sconfitte consecutive, diventa il più difficile anche se è il più abbordabile, contro il Sassuolo.

Venerdì prossimo il Lecce ha la possibilità di riprendere la marcia di avvicinarsi alla quota salvezza; sono state belle queste prime partite con tre vittorie e due pareggi, altrettanto particolare la sensazione di trovarsi in classifica a ridosso delle prime, ma ora si deve riprendere con foga il cammino, con la rabbia giusta, percorso già tracciato che deve portare al raggiungimento dell'obbiettivo stagionale.

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