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Il direttore sportivo del Lecce Stefano Trinchera ha parlato ai microfoni del Corriere Sportivo di Calabria e le sue parole sono state riportate da pianetaserieb:

COSENZA - “Sono andato via in punta di piedi e con il forte rammarico di non aver compiuto l’ennesima impresa. Sì perché di questo si tratta, viste le tante criticità che ogni anno si sono dovute superare e nonostante un budget parsimonioso abbiamo fatto tre miracoli uno dopo l’altro. Molti hanno la memoria corta e dimenticano che quando sono arrivato nessuno aveva l’ambizione di fare delle imprese, come poi sono state fatte, non mi è stato mai chiesto nulla di particolare.

Ricordo ancora il primo incontro con il presidente Guarascio, dopo aver conquistato a Francavilla il quinto posto, con una società che non aveva mai fatto professionismo, quando gli dissi che avevo il sogno di fare a Cosenza un campionato molto competitivo e di provare a vincere, ma lui mi rispose poco convinto rispetto alle mie ambizioni. Ho sempre considerando Cosenza una grande piazza alla quale la Serie C sta molto stretta e credevo potesse ambire a qualcosa di importante nonostante mille problemi che ho cercato sempre di evidenziare.

Questo non può chiederlo a me, non conosco la lettura che ha dato il Presidente, so solo che i numeri sono ormai storia. In questa stagione sono stati rincorsi i Casasola, Tutino, Riviere e Asencio, tutti giocatori portati da me, quindi vuol dire che il mio lavoro era stato fatto bene.

La mia richiesta di aumento era più che legittima, alla luca dei miracoli fatti, compresa la plusvalenza su Baez, ma non credo che Guarascio abbia declinato per questo, credo invece non volesse vincolarmi. Non voglio fare polemica, ma il tempo sarà galantuomo. Dico solo che Cosenza è stata una tappa importantissima della mia carriera.”

LECCE - “Oggi sono contentissimo perché a Lecce, la mia città e squadra del cuore, la società con la quale siamo partiti insieme sei anni fa e dove ho trovato il mio maestro Corvino, ci sono tutti gli ingredienti per lavorare bene ed essere gratificato. A Lecce ho trovato una struttura consolidata che vive sulla valorizzazione e patrimonializzazione dei giovani. Non investiamo cifre astronomiche, ma cerchiamo di lavorare con scrupolosità e professionalità in modo che l’acquisto di un giovane diventi la normalità, non un’eccezione.”

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