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Genoa-Lecce è stata lo specchio del campionato vissuto dai giallorossi. Senza sconti, senza pietà. Non è mancato nulla, dalla sfortuna agli infortuni. Tutto secondo la regola. Una partita cruciale e molto sentita che avrebbe determinato il futuro. Decisa da un eurogol? No. Da una mischia? No. Da una giocata spettacolare? No. Da un'azione tambureggiante? No. Decisa da una carambola? Incredibilmente si. Ve la racconteremo tra un po', ma è lei che ha determinato inesorabilmente il risultato. I rossoblu ed i salentini si affrontano in una gara dalle tinte forti, chi perde ha un piede e mezzo in serie B. Il Lecce, al netto della solita “fesseria” dopo 5 minuti in fase di uscita (stavolta è dell'Orco, al limite dell'area difesa da Gabriel, a regalare palla agli avversari con i compagni protesi mentalmente alla fase offensiva), ha fatto la partita. Possesso palla, calci d'angolo conquistati, manovra avvolgente, discreta tenuta del campo. A causa dell'arcigna fase difensiva tenuta dagli uomini di Nicola non è riuscita ad andare spesso alla conclusione, ma era stabilmente nella metà campo avversaria. Tra gli “indizi” di una serata da dimenticare c'è un altro rigore sbagliato da capitan Mancosu, anche questo non parato dal portiere avversario ma sparato direttamente in curva. Ad un certo punto però, dopo tanto sbattere sulla retroguardia genoana, è parso che la “dea fortuna” si sia finalmente ricordata di Liverani e dei suoi uomini. Mancosu crossa, nessuno tocca la palla, gol. Partita rimessa in equilibrio, anzi mentalmente a vantaggio del Lecce. La squadra però paga la rincorsa, soprattutto a livello psicologico, poi anche fisico, probabilmente tira un po' il fiato ed il Genoa riprende coraggio. I giallorossi giocano di rimessa ma non riescono a pungere, Liverani non immette forze fresche (soprattutto Farias non ne ha più, alla fine si farà nuovamente male) mentre Nicola pesca a piene mani dalla panchina, sicuramente più numerosa di quella giallorossa. Stavolta è Saponara a regalare palla agli avversari in uscita e qui succede l'incredibile: tiro velenoso, Gabriel si tuffa ma la palla sbatte sul palo. Sospiro di sollievo? Anche no. La sfera dopo aver preso il palo torna in campo e chi colpisce? Gabriel, nel mentre si rialzava dopo essere atterrato. Carambola e gol. Il delitto perfetto. La batosta dopo aver tanto inseguito. La spietatezza dell'episodio sfortunato che distrugge una buona prestazione e forse condanna alla serie B il Lecce. Dopo il gol del vantaggio la partita non racconta più molto, le squadre sono sulle gambe e solitamente, sul finire delle partite, paga maggiormente a livello fisico chi deve rincorrere. Già il Lecce atleticamente patisce di suo al confronto con le formazioni che affronta, figuriamoci in questa situazione, dopo uno schiaffo inaspettato, paga ancora di più. Nulla da dire sull'impegno della squadra, nessun appunto da fare ai protagonisti della sfortunatissima serata. Il Genoa vincendo lo scontro diretto allunga di 4 punti ed adesso ci sono soltanto altre quattro partite prima della fine del campionato. Il Lecce stavolta dovrebbe compiere un vero capolavoro, un miracolo sportivo e vincere almeno tre delle quattro gare restanti, pareggiandone una e sperando che il Genoa non faccia altrettanto. In questi casi, quando gli episodi girano tutti per il verso sbagliato, oltre che lavorare e crederci non è che si possa fare molto. Sarebbe bello se la “dea fortuna” di prima,si ricordasse per una volta anche del Lecce. Perchè quando tutto è in bilico, così com'è stata determinante stasera, può risultare risolutiva per l'esito finale.
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