Carrozzieri: "Masiello gioca, io sono stato escluso. Dovevo andare al Milan, poi..."
L'ex difensore del Lecce si è raccontato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport
Moris Carrozzieri, difensore tra le altre anche del Lecce nella disgraziata stagione 2011-2012, segnata dalla retrocessione sul campo e dal doppio salto all'indietro per illecito sportivo, si è raccontato a La Gazzetta dello Sport. Ecco di seguito le sue parole:
Nell'estate del 2003 saltai dalla C1 alla Serie A. Quando Novellino mi chiese se me la sentissi di giocare titolare contro l’Inter risposi a tono: ‘E che problema c’è?’.
Chi mi ha scoperto in C
Fabio Paratici. Il presidente del Teramo mi promise che a fine campionato mi avrebbe venduto in Serie A. 'Questo è pazzo…', pensai. Ma era tutto vero. Il salto di categoria fu tosto, davanti a me ne avevo 4, ma Novellino aveva fiducia e restai.
Tournée con il Milan
Sì, 25 giorni. Finì coi complimenti di Ancelotti, poi rinnovai il contratto con la Sampdoria grazie alla Gea, l’agenzia con cui avevo firmato, e questo segnò la fine del rapporto con Novellino.
Come mai?
Non sopportava quelli della Gea. Non so come mai, ma giocai solo 6 partite in tutto l’anno. Poi un giorno mi multò di cinquemila euro: sosteneva che fossi andato in discoteca e non era vero. Bazzani confermò la mia versione, ma Novellino continuava. Così non ci ho visto più e gli ho dato un pugno in faccia. Da lì in poi non ho più giocato.
Ripartenza dalla Serie B
Novellino mi aveva fatto terra bruciata, ma la vera delusione fu un’altra. A fine stagione, nel 2006, sarei dovuto andare alla Juventus. Andai tre volte a cena a casa di Moggi e firmai un precontratto di cinque anni, ma scoppiò Calciopoli… e tanti saluti a Torino. Alla fine, scelsi l’Atalanta.

Squalifica per calcioscommesse
Mai scommesso in vita mia, tutto montato ad arte. Ero con un amico che ha un negozio d’abbigliamento. Il Pisa giocava col Frosinone in C, dove avevo diversi amici dei tempi del Teramo. Ne chiamai uno e parlammo un po’: stop. La Sampdoria prese Giulia Buongiorno, l’avvocato di Andreotti, ma niente: 25mila euro di multa e due mesi per omessa denuncia. Un’assurdità di cui non mi pento. Mi pento invece della squalifica di due anni per cocaina arrivata nel momento migliore. Sì, sono stato un cretino.
Controllo antidoping
Io quella maledetta gara col Torino neanche avrei dovuto giocarla, ma un altro si fece male durante la rifinitura e toccò a me. La verità è che avevo chiuso col Milan, cinque anni di contratto. A fine stagione sarei andato lì. Qualche sera prima avevo assunto droga, ma era la prima volta. Una serata stupida, folle. Avevo 28 anni, era fatta al Milan e pensai: 'Festeggiamo'. Me ne vergogno. Chi mi è rimasto vicino? A parte la mia famiglia, Miccoli e Flachi, sparirono tutti. Prima ti cercano, poi ti voltano le spalle".
La critica
Andrea Masiello è stato squalificato due anni e oggi gioca ancora. Io invece sono stato escluso da tutto per l'immagine, ho danneggiato solo me stesso. Chi si è venduto le partite, invece, ha fatto un danno ai tifosi, alla gente.
Il rimpianto più grande
Aver deluso la mia famiglia, in primis mio padre. È morto tre anni fa e mi manca tutti i giorni. È stato il faro della mia vita. A 14 anni rimasi fermo un anno per un infortunio. Pagò venti milioni di riabilitazione a Bergamo, lontano da casa. 'Prima riprendi a camminare, poi torni'. Il giorno del debutto in Serie A perse il portafogli sul treno, ma se ne fregò. Vederlo così deluso e preoccupato fu una mazzata.
Futuro
Avevo dei locali a San Benedetto del Tronto, ma li ho venduti. Ora io e Donato Di Campli stiamo mettendo su un’agenzia per seguire i ragazzi, ma mi piacerebbe fare anche il direttore sportivo o lavorare coi giovani. Intanto mi godo le cose più belle che ho: mia figlia Nina, di 5 anni, e la mia compagna Ilaria. A proposito: si è parlato di un presunto flirt fra me e Antonella Mosetti. Falsità: è solo un’amica.





