Il Lecce perde malamente una partita in equilibrio indirizzata da Marchetti e dal VAR
Fischiare è il loro compito, solo che spesso guardiamo le partite e non sappiamo mai cosa sia corretto fischiare e cosa no. Il Lecce subisce un altro torto, perde la partita ed anche DiFra per la prossima a Torino contro la Juventus
Come sempre la distinzione tra prestazione e risultato è d'obbligo per quanto ci riguarda.
Il tre a zero a favore dei lariani, in Lecce-Como, potrebbe far pensare ad una partita a senso unico ma non è così, i giallorossi, pur con tutte le assenze (si è aggiunta anche quella di Morente ai tre impegnati in coppa d'Africa ed a Berisha infortunato) hanno disputato una gara positiva e non meritavano un passivo così pesante.
Ma andiamo con ordine.Il primo tempo vive essenzialmente sulle decisioni capotiche di Marchetti, direttore di gara, anche lui sicuramente in serata negativa, il quale inverte la stragrande maggioranza delle decisioni chiamato a prendere, spesso ai danni del Lecce, finchè unitamente al VAR non la combina davvero grossa, indirizzando la partita. E sì, perchè fino al momento che stiamo per raccontarvi, il Como non era mai riuscito a tirare in porta e la mancata decisione di Marchetti ha indirizzato a favore del Como una gara equilibrata. Quando vige parità di gioco, infatti, un episodio può certamente cambiare le sorti di un incontro ma a deciderlo non dovrebbe mai essere il direttore di gara.
I fatti. Ramadani interviene per rubare palla a Nico Paz il quale sbraccia e colpisce in pieno volto il centrocampista albanese che si porta le mani sul volto e cade a terra, poi senza marcatura si gira e punta l'area di rigore del Lecce, scaglia un tiro centrale ed innocuo ma senza volerlo colpisce la spalla di un difensore, la sfera con una parabola assurda scavalca Falcone e s'infila in porta. Ora, abbiamo due ipotesi: che l'arbitro possa non aver visto il fallo ci sta, può succedere, quello che invece non dovrebbe mai accadere è che il VAR non intervenga per fargli notare che il calciatore del Lecce non stava simulando; oppure ha visto il fallo ed ha valutato l'intensità, ma è una pratica che non dev'essere mai concessa ai direttori di gara, perchè la gomitata in faccia, a meno che non la prenda lui stesso, non dev'essere mai sottostimata, né puoi sapere quanto abbia fatto male. Quell'intervento ha fatto perdere a Ramadani il tempo della chiusura su Paz consentendogli di tirare indisturbato e questo è quello che conta, quindi devi fischiare, non fare il “fenomeno” e tutto quello è accaduto dopo non succede. Compresa l'espulsione a Di Francesco, compresa la rabbia dei tifosi, comprese le seguenti proteste accorate da parte della dirigenza e dello staff tecnico in panchina, oltre a quella dei giocatori in campo. Sintesi: uno sbraccia, colpisce un avversario in volto? Tu fischi, elementare. Punto.
Non siamo così “tifosi” da addebitare solo a questo fatto la sconfitta dei giallorossi, anche se ha inciso molto nell'economia generale della gara. Ci sarebbe piaciuto affrontare i secondi quarantacinque minuti in parità e con l'allenatore in panchina. Dopodichè c'era tutto il secondo tempo per cercare di recuperare al torto subìto ed effettivamente il Lecce è entrato in campo con un piglio diverso, più combattivo. Ha iniziato ad alzare l'asticella, ha vinto più duelli e in tre/quattro occasioni si è presentato al tiro: ricordiamo un paio di tentativi di Kaba messo nelle condizioni di far male da Sottil, un'azione travolgente dello stesso esterno anticipato di un soffio, un paio di tentativi di Tiago Gabriel (uno a porta spalancata e lui che doveva deviare a non più di due metri dalla linea) ed altre azioni pericolose sfumate per scelte colpevolmente sbagliate. Ci sono stati alcuni elementi che non sono entrati mai in partita, come ad esempio Stulic, ed altri che hanno fatto male, pensiamo a Pierotti, a Kaba ed a Veiga, quest'ultimo spesso in difficoltà con il suo dirimpettaio.
Può accadere, niente processi, però non si può affrontare una squadra come il Como con troppi elementi non in serata. Il secondo ed il terzo gol dei comaschi, soprattutto il due a zero preso su calcio d'angolo dopo una serie sfortunata di rimpalli, ha di fatto spento le velleità di rimonta dei giallorossi. C'è un'ultima cosa che non ci è piaciuta ed è stata la scelta di non rischiare le due punte sul doppio svantaggio, siamo dell'idea che non sia questa soluzione ad alterare gli equilibri della squadra quando il risultato lo richiede ed infatti il Lecce pur con una sola punta ha subito il terzo gol ed anche il quarto, annullato per un fuorigioco millimetrico ai lariani.
L'apertura della finestra di mercato di gennaio è ormai alle porte e già le prossime partite saranno durissime ma bisogna affrontarle senza paura, sono squadre che affronteranno tutti e il campionato non finisce a febbraio ma a maggio; la speranza è che si intervenga per puntellare la rosa, che vengano ceduti gli elementi in esubero che non rientrano nei piani di Di Francesco e si riesca portare in squadra giocatori pronti che aiutino il Lecce a salvarsi. Perchè questo torneo è davvero combattuto e difficile, nessuno si arrenderà e la quota salvezza non sarà quella degli scorsi anni, ma molto più alta. Il tempo per intervenire c'è tutto, restiamo in fiduciosa attesa.








