header logo

Se pensavate che l’estate del Napoli fosse stata già abbastanza rovente tra colpi di scena, trattative e suggestioni, preparatevi a rivedere le vostre convinzioni. Perché quanto emerso nelle ultime ore ha del clamoroso, al limite dell’incredibile. Un vero e proprio colpo di teatro, un retroscena che infiamma i cuori azzurri: il club di De Laurentiis, nei mesi scorsi, avrebbe davvero pensato – e non per scherzo – di portare Neymar all’ombra del Vesuvio.

Sì, avete letto bene. Neymar da Silva Santos Júnior. O’Ney. Il fuoriclasse brasiliano che ha fatto impazzire mezza Europa tra Barcellona e Parigi, e che ora cerca riscatto in patria, al Santos, dopo un passaggio sfortunato all’Al Hilal minato dagli infortuni. Un nome ancora in grado di far brillare gli occhi, nonostante i 33 anni e una carriera ormai entrata nella fase crepuscolare. Ma in fondo, Napoli è la città dei sogni. E certe fantasie, per quanto rischiose, ogni tanto vale la pena accarezzarle.

Quadrato magico

Il Napoli ha già il suo motore, potente e ben rodato: Lobotka, Anguissa, McTominay e De Bruyne. Quattro interpreti di livello, ognuno con caratteristiche differenti ma complementari. Quantità, geometrie, inserimenti, classe. Un poker d’assi che sta ridisegnando l’identità del centrocampo azzurro. Un "Fab Four" in grado di far volare la squadra di Conte, che sogna di riportare il Napoli ai vertici, in Italia e in Europa.

Eppure, in un’estate pazza, carica di rivoluzioni e idee folli, qualcuno a Castel Volturno ha sussurrato una parola magica: Neymar. E se il Fab Four si trasformasse in un Fab Five? Un quintetto delle meraviglie, in grado di far impallidire ogni avversario, sulla scia di ciò che accadde negli anni d’oro di Diego Armando Maradona.

Il sogno di De Laurentiis

L’idea, a quanto filtra, sarebbe nata nelle stanze del potere azzurro. Aurelio De Laurentiis, visionario come pochi, non ha mai nascosto la sua voglia di spettacolo. Insieme al direttore sportivo Giovanni Manna, avrebbe esplorato la possibilità di riportare Neymar in Europa, offrendo al brasiliano una ribalta d’élite e un palcoscenico mitico come lo stadio che porta il nome di Maradona.

Un’accoppiata quasi poetica, se si pensa al talento fuori scala di O’Ney e al fascino eterno del 10 argentino. Certo, livelli diversi – impossibile metterli sullo stesso piano – ma la suggestione è forte, specie per una tifoseria che conosce il valore della fantasia pura, quella che fa alzare la gente dagli spalti e sussultare i cuori.

antonio conte
Antonio Conte

Conte, ragione e scelte

Antonio Conte, uomo di campo e di pragmatismo, ha ascoltato l’ipotesi. Ci ha pensato, anche seriamente. Inserire Neymar in un impianto tattico già disegnato non sarebbe stato semplice. Avrebbe richiesto un lavoro profondo, una riflessione su equilibri e gerarchie. Ma oltre ai dubbi tattici, pesavano soprattutto quelli fisici: le condizioni del brasiliano, il suo rendimento calante, gli infortuni e una certa incostanza mentale.

E poi, nel frattempo, si è aperto uno spiraglio inaspettato: Kevin De Bruyne, il cervello del Manchester City, ha iniziato a guardarsi attorno. E lì, la bilancia ha cominciato a pendere in modo netto. L’ex Cityzen, nonostante un’età simile a Neymar, garantisce continuità, visione, leadership. E in un calcio che va sempre più verso il collettivo, la scelta si è fatta quasi automatica.

Mai dire mai

Alla fine, la ragione ha prevalso sul cuore. Neymar non è mai atterrato a Capodichino, ma l’eco di quella suggestione resta forte. Perché quando il Napoli sogna, lo fa in grande. E anche se oggi il presente dice De Bruyne, McTominay e Conte, l’idea che per un attimo si sia sfiorato un colpo hollywoodiano come Neymar fa capire quanto ambiziosa sia la visione del club.

Il futuro, si sa, è tutto da scrivere. E in una città dove la fantasia è parte del DNA, anche i sogni più pazzi non sono mai del tutto impossibili.

Il punto sulla Primavera: com'è iniziato il nuovo corso di Schipa
Una Champions, tre Bundesliga! L'Ad del Lecce si fa un selfie con lui: "Bei tempi". Chi è?

💬 Commenti