Pierotti sempre più centrale nel Lecce: Sticchi Damiani ci aveva visto lungo?

Deve ancora migliorare in fase realizzativa, ma può davvero diventare un fattore decisivo per i salentini
Arrivato a gennaio del 2024, Santiago Pierotti si sta prendendo sempre di più il Lecce a forza di prestazioni importanti. L’esterno argentino è sbarcato nel Salento dal Colon, club argentino per il quale la dirigenza giallorossa ha dovuto sborsare una cifra vicina al milione di euro: numeri che oggi sembrano secondari, ma che allora — quando non erano ancora stati ceduti Dorgu, Krstovic e Pongracic — apparivano come un buon investimento.
Il suo primo approccio con il campionato italiano, però, non è stato dei migliori: pochissimo spazio in campo e molti tifosi che storcevano il naso, soprattutto perché in quella stessa sessione di mercato il Lecce aveva ceduto al Como, allora in Serie B, il proprio capitano e leader tecnico Gabriel Strefezza.
Un rendimento in continuo crescendo per lui
Arrivare a gennaio, a campionato in corso e con gerarchie già consolidate, è complicato per chiunque, a maggior ragione per chi proviene da un torneo completamente diverso come quello argentino e per un ragazzo così giovane (Pierotti è un classe 2001). Eppure, nonostante i pochi minuti concessi — 190 in 11 presenze — l’argentino ha messo una firma importante sulla salvezza del Lecce, “decidendo” la sfida del Via del Mare contro l’Empoli di Nicola all’89°, quando, dentro l’area, strappa il pallone dai piedi di Walukiewicz e permette a Sansone di appoggiare facilmente in rete. Quel recupero sarà, come vedremo, un marchio di fabbrica del suo gioco.

È però nella stagione 2024-25 che Pierotti inizia a vedere il campo con una certa continuità, trovando spazio anche come titolare. Anche in questo caso l’avvio non è stato semplice: spesso mister Gotti lo impiegava fuori ruolo, tanto che lo stesso tecnico ex Lecce e Udinese aveva ammesso in conferenza stampa di non essere ancora riuscito a cucire la collocazione ideale per l’argentino.
Ha grande energia e generosità e riesce a dare un contributo alla squadra, ma ancora non ha compreso bene in che modo dare il proprio contributo alla squadra nei vari momenti della partita. E’ un giocatore che dà tutto. Non sono ancora riuscito a cucirgli addosso un ruolo che mi soddisfi e riesca a soddisfare pienamente le sue qualità.
Con Gotti arriva comunque il primo gol in campionato, in casa contro l’Empoli allenato da Roberto D’Aversa, colui che lo aveva visto per primo in Italia. Quella del 9 novembre 2024, però, sarà anche l’ultima partita di Gotti sulla panchina giallorossa. Al suo posto arriva Marco Giampaolo, con cui Pierotti trova finalmente la sua collocazione naturale: esterno destro d’attacco. Con l’allenatore abruzzese, infatti, inizia a giocare con continuità e trova anche la sua prima doppietta in Serie A, al Tardini, in quella che sarà l’ultima partita di Patrick Dorgu con la maglia del Lecce.
Sticchi Damiani punta tantissimo su di lui: “Può essere l'erede di Dorgu”
Qualche settimana dopo la cessione del danese al Manchester United, il presidente Sticchi Damiani, in un’intervista ai microfoni di “Giù la maschera”, “incorona” proprio Pierotti come erede di Dorgu. Parole che hanno lasciato un po' perplessi i tifosi, ma che sembrano segnare simbolicamente un passaggio di consegne, “sancito” proprio da quella doppietta segnata proprio nell’ultima gara in giallorosso di Dorgu.
Sorpresa del girone di ritorno? Da quando Dorgu è andato al Manchester Pierotti ha fatto più minuti e sta giocando molto bene. E' un ragazzo la cui esplosione era attesa, perché è un ragazzo che è con noi da due anni. E dopo una fase di ambientamento è un ragazzo che ha potenzialità importantissime fisiche e tecniche.
Col tempo, l’argentino ha dimostrato quella grande forza fisica elogiata dallo stesso patron giallorosso. Un’azione in particolare racchiude pregi e difetti del suo gioco: nel febbraio scorso, nel match casalingo pareggiato 0-0 contro il Bologna, Pierotti sradica il pallone dai piedi di Lykogiannis e si presenta solo davanti a Skorupski: qui, l'argentino cerca la giocata di fino per superare il portiere, ma il polacco non si fa sorprendere e blocca il tentativo dell'esterno giallorosso.

Proprio per la sua grande forza fisica e per le qualità soprattutto difensive, lo scorso anno Pierotti è stato incaricato di marcare due dei terzini più veloci del nostro campionato: Theo Hernandez e Nuno Tavares. In entrambe le occasioni l’argentino ha sfoderato prestazioni di altissimo livello, soprattutto nei match casalinghi contro Lazio (dove, per i primi 15 minuti della ripresa, ha dovuto adattarsi addirittura come terzino destro a causa dell’espulsione di Guilbert) e contro Milan, gara in cui, dopo il cambio tra Pierotti e Danilo Veiga, il Lecce ha letteralmente spento la luce. Importante anche la prestazione nello storico match dell’Olimpico, in marcatura su Tavares: l’unica sbavatura è arrivata a fine primo tempo, quando il portoghese è riuscito a sfuggirgli e Pierotti ha rimediato un’espulsione che ha macchiato una prova fino a quel momento molto positiva.
Nuova stagione, nuovo Pierotti: cambio ruolo per lui?
In questa stagione Pierotti non ha ancora trovato la via del gol, anche se le occasioni non sono mancate: a volte per mancanza di lucidità (come nel primo tempo contro Milan), altre per bravura del portiere avversario (emblematico l’intervento di Skorupski pochi secondi prima del gol dell’1-0 domenica scorsa, quando ha respinto un gran colpo di testa dell’argentino).
Una novità interessante, però, riguarda ancora una volta il suo impiego: sempre più spesso, soprattutto a partita in corso, Di Francesco lo sta provando come interno di centrocampo. Una soluzione che ricorda da vicino quanto accaduto con Dorgu lo scorso anno, quando Gotti lo utilizzò in quella posizione, in particolare nella sfida persa al Dall’Ara contro il Bologna per 1-0. Questo parallelismo rende Pierotti non solo un possibile crack — come tanti giovani arrivati nel Salento da semisconosciuti — ma sembra essere anche una piccola coincidenza tra i due esterni.
Certo, all’argentino serve un deciso miglioramento sotto porta: basti pensare che Dorgu, pur avendo giocato metà campionato anche da terzino a causa dell’indisponibilità di Gallo, lo scorso anno ha segnato soltanto un gol in meno di Pierotti. Se però riuscirà a sbloccarsi anche dal punto di vista realizzativo, l'esterno destro giallorosso potrà davvero diventare un fattore decisivo per il Lecce del futuro.