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“Mi piace andare forte, uomo su uomo. Quando giochi mediano devi pensare a proteggere la difesa. Quando io penso troppo, non mi esprimo con le mie caratteristiche. Voglio giocare senza pensare e quando gioco mezza'la posso andare più alto e pensare poco. Posso andare più forte e mi piace”.

Oggi vogliamo tornare indietro nel tempo, a quando frequentavamo le scuole superiori e la nostra professoressa di Italiano ci assegnava le tanto temute analisi del testo.

“Mi piace andare forte, uomo su uomo”. Vero, lo abbiamo visto tante volte battagliare in mezzo al campo, contendere il pallone a chiunque passi dalla sua zona e correre a perdifiato, mordendo le caviglie di ogni avversario. Alexis è un generoso, uno di quei giocatori che vorresti sempre avere nella tua squadra e che, soprattutto, non vorresti mai trovarti di fronte da avversario. È aggressivo, instancabile e intelligente tatticamente. Con il pallone tra i piedi non sarà Zinedine Zidane – per citare un fenomeno suo connazionale – ma quando la sfera è in possesso di avversari e compagni sa sempre come comportarsi, facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto.

“Quando io penso troppo, non mi esprimo con le mie caratteristiche”. Lo abbiamo detto. Blin non è un centrocampista da inserimento, di qualità, che calcia da 30 metri verso la porta e toglie le castagne dal fuoco in partite bloccate. No, ad Alexis non si può chiedere questo e Baroni ormai lo ha capito. Con lui, in campo, però, il Lecce è tornato ad essere equilibrato, con fase difensiva e fase offensiva che si bilanciano in modo perfetto. Hjulmand e Blin fungono da difensori aggiunti, un muro quasi invalicabile per ogni squadra avversaria che prima di affrontare Umtiti e Baschirotto, o chiunque stia giocando al centro, trova loro due a difesa del reparto arretrato.

C’è un Lecce prima di Blin ed un Lecce dopo Blin. E così è stato anche lo scorso anno in Serie B. In questo torneo, fino alla dodicesima giornata, il francese ha disputato solo 3 partite da titolare, due delle quali da centrale difensivo. I giallorossi in quelle sfide hanno ottenuto solo 8 punti.

Dalla tredicesima giornata in poi, Marco Baroni ha puntato forte sul francese, non togliendolo più dal campo nel ruolo di mezz’ala. Bene, gli altri 19 punti in campionato sono stati conquistati proprio in questo periodo. Un dato che non può chiamarsi coincidenza e che rappresenta al meglio quanto questo ragazzo sia fondamentale per questa squadra.

“Quando gioco mezz’ala posso andare più alto e penso poco”. Lo ha detto lui, anche se prima aveva parlato anche il campo. Blin è una mezz’ala. Forse, in realtà, è una mezz’ala solo in questo Lecce, nella squadra disegnata a sua immagine e somiglianza da Marco Baroni. Ovunque le sue caratteristiche sarebbero utilizzate e valorizzate davanti alla difesa, ma i salentini hanno Hjulmand in quel ruolo ed i due si intendono così bene che sarebbe un peccato doversi privare di uno per far posto all’altro.

Domenica è arrivato il suo primo gol in Serie A, il secondo da quando veste la maglia giallorossa. 2 reti in 51 partite. La prima a Cosenza, lo scorso anno, nel finale di gara, decisiva per agguantare il pareggio. La seconda da brividi, domenica scorsa, sotto il settore ospito dello stadio di Bergamo, anche questa fondamentale per portare il Lecce sul 2 a 0.

Questa rosa ha tanti leader e tanti giocatori simbolo. È davvero complicato scegliere e per questo oggi non lo faremo. Ci accontentiamo di farvi notare che questo ragazzone francese è arrivato in punta di piedi e, con tanto lavoro e tanto impegno, si è conquistato una maglia da titolare e la fiducia di tutto l’ambiente. Blin è la dimostrazione che i sacrifici portano a qualcosa, che crederci fino alla fine serve sempre, che si può essere decisivi senza i piedi di Zidane ma con un cuore e due polmoni enormi. 

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